domenica 24 giugno 2012

Le grandi sfide di una donna in solitaria

Cosa vuol dire affrontare una impresa? Cosa comporta fare un viaggio avventuroso?
Prima di tutto, per me vuol dire intraprendere un percorso fatto di incognite e di rischi. E cercare di superare i miei limiti, usando e affinando quei sensi che la cultura occidentale assopisce nella culla di quotidiane certezze. I motivi che mi spingono a scegliere il DOVE, sono spesso originati dalla volontà di incontrare un popolo indigeno in difficoltà, e spesso i popoli indigeni vivono negli ultimi, remoti paradisi terrestri.
Deserto del Kalahari
Ben pochi possono dire di aver provato l'inebriante sensazione di attraversare da soli il deserto del Kalahari,  in Botswana, su un fuoristrada carico di viveri, come ho fatto io. O il Makgadikadi Pans, sempre in Botswana, pericolosissimo e infido, un pantano grande come il Portogallo. Una enorme carica di adrenalina, per poter visitare l'ultimo villaggio  dei Boscimani nel Kalahari, popolo in agonia e deportato a causa dei ricchi giacimenti di diamanti scoperti nel deserto.
Un territorio meraviglioso, dove una fauna strepitosa 

Makgadikadi Pans

vive sotto le Leggi di Madre Natura. Zebre, elefanti, giraffe, antilopi, leoni e tanto altro ancora. Ho anche avuto un incontro ravvicinato con un leone, nel Deserto del Kalahari. Anche se lui -un maschio imperioso dalla folta criniera- ha visto e osservato me molto prima che io vedessi lui. 
Il percorso totale che mi ha portato da Johannesburg in Sudafrica al Kalahari in Botswana, e poi attraverso la striscia del Caprivi in Namibia indietro fino a Johannesburg, è di circa 6000 km. Con sosta forzata per guasti tecnici a Katima Mulilo.



In Alaska ho affrontato la Dalton Highway, una strada famosa per essere una vera e propria sfida per i più temerari. Questo percorso l'ho scelto per il puro  
Circolo Polare Artico, sulla Dalton Highway
Certificato di arrivo a Prudhoe Bay
piacere di avventura. Mi ha portato, dopo 10.000 km in lungo e in largo tra Alaska e Yukon, oltre il Circolo Polare Artico, a Prudhoe Bay. Percorso noto oggi grazie alla trasmissione "Gli eroi dei ghiacci" su Sky. La Dalton Highway si snoda su 700 km di fuoristrada che costeggiano la Transalaska Pipeline, uno dei più grandi oleodotti del mondo. Caribù, orsi, buoi muschiati e lupi popolano la tundra, lungo la strada solo un paesino di 13 abitanti. A Prudhoe Bay, nessun servizio sanitario, alcool proibito, pochissimi Innuit e tanti lavoratori per le compagnie petrolifere.
L'auto nel Sagg River
Arrivata a Prudhoe Bay, ho ricevuto un certificato per l'impresa compiuta. Quando sono ripartita, mi sono avventurata oltre il consentito e ho avuto
una esperienza più "forte": attraversando il Sagg
River, il mio fuoristrada è affondato nel letto del fiume reso cedevole dal permafrost. L'acqua ha iniziato a entrare nel veicolo e così ho dovuto affrontare la tundra a piedi, abbandonare tutto e camminare con un inizio di ipotermia che mi attanagliava le gambe, alla ricerca della salvezza mentre i lupi mi osservavano da lontano e poi sempre più da vicino. Arrivata alla Dalton Highway, una jeep con due cacciatori mi soccorreva e mi portava al campo della Chevron, il più vicino. La foto con l'auto è stata fatta dallo sceriffo durante il sopralluogo fatto dopo il mio salvataggio. Questa è stata una delle più rischiose esperienze della mia vita.                                        


In Australia ho affrontato, dopo 3000 km in fuoristrada il lungo e in largo da Darwin a Ayers Rock, la famosa Gibb River Road del Kimberley. Partita da Broome su un improbabile e caracollante campervan fuoristrada, ho affrontato la Gibb River Road con l'obiettivo di arrivare al Mitchell Plateau e poi visitare una riserva di aborigeni australiani per la quale avevo già preso il permesso nell'apposito ufficio.
Il campervan nel Kimberley
In realtà non ci sono mai arrivata: chi viaggia in solitaria deve saper riconoscere i limiti di se stesso e del proprio autoveicolo.  Territorio infuocato e impervio, con una sola stazione di servizio nel raggio di centinaia e centinaia di km, la Gibb River Road non risparmia uomini e veicoli; in particolare pneumatici e sospensioni. Una ricca scorta di acqua può essere inadeguata se si va in panne senza nessuno nei paraggi per diversi giorni, mentre i dingo ululano nella notte minacciosi. Una gomma di scorta liscia, le taniche di riserva del gasolio che perdevano, la strada fino al Mitchell Plateau impervissima: sono tornata indietro dopo 500 km. Non me ne vergogno.

domenica 8 aprile 2012

Dalle Grandi Pianure all'Oceano Artico

Dalle Grandi Pianure all'Oceano Artico: nuovo viaggio in solitaria per la avventuriera Milandri Dal fratello indiano di Obama, poi a caccia di balene: il nuovo viaggio in solitaria della "avventuriera" Milandri annunciato su Rai Due.Sarà sempre in diretta su Facebook.
Il sogno, l'avventura. E' una moderna eroina, viaggiatrice solitaria, fotografa, scrittrice ma soprattutto attivista per i diritti umani dei popoli indigeni. Ha visitato e raccolto testimonianze sui Pigmei, sui Boscimani, sugli aborigeni australiani, sugli Adivasi indiani , è stata adottata come sorella dal Presidente della Nazione Crow, Cedric Black Eagle. "Io sono la sorella adottiva, il fratello adottivo di Cedric invece è il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. " Adesso parte per l'ennesimo viaggio, che la porterà dalle Grandi Pianure all'Oceano Artico. Sarà un viaggio mediatico, con collegamenti radio e in livestreaming, e in diretta su Facebook. Questo il link dove sarà possibile seguire tutti gli aggiornamenti http://www.facebook.com/groups/186600868082438/ "Ho tante curiosità e domande da soddisfare, sia sulla vita attuale nelle riserve indiane e Innuit, sia sulla caccia alle balene praticata in modo tradizionale dai popoli indigeni sull'Oceano Artico"dice la Milandri."Sono sempre accolta bene: mi tolgo le mie vesti di occidentale per indossare i panni dei popoli più antichi della Terra e per assorbire la loro incredibile capacità di vivere a contatto con la natura" Dopo la uscita del suo libro "Io e i Pigmei", edito da Polaris, che ha raccolto ottimi risultati di pubblico e di critica , Raffaella Milandri scriverà durante il suo imminente viaggio il prossimo libro. "Io e i Pigmei? E' una storia incredibile, dove prendo il lettore per mano alla scoperta di scottanti verità, senza censure e senza buonismi" Qui il link alla sua ultima partecipazione in Rai http://www.youtube.com/watch?v=UftvTztqXFA a Tg2 Insieme, condotto da Maria Concetta Mattei e Dario Celli

"Io e i Pigmei": successo di pubblico e di critica per un libro senza censure

E' la cronaca del viaggio di una donna sola nella foresta, tra i Pigmei. Una eroina dei tempi moderni, avventuriera in nome dei diritti umani. "Un viaggio che comincia – descrive la giornalista Adelina Zarlenga – “dove finiscono le nostre certezze”. Un libro avvincente, ricco di testimonianze e di foto, in cui è racchiusa l’essenza della scrittrice: Raffaella Milandri, una donna tenace, capace di arrivare in capo al mondo pur di difendere i popoli più deboli. " Con estrema trasparenza e semplicità, Raffaella Milandri, viaggiatrice solitaria, fotografa e attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, svela nel suo libro la drammatica situazione dei Pigmei. E i disagi fisici e psicologici di un viaggio nel cuore dell'Africa "vera". Dice l'autrice: "Mi sono trovata di fronte ad una realtà cruda e drammatica: nessuno protegge il Popolo della Foresta, che è vittima insieme alla Foresta stessa. I popoli indigeni assurgono al ruolo di agnelli sacrificali. I Pigmei , oggetto di una sistema­tica discriminazione da centinaia di anni, ora rischiano di scomparire. Per sempre. " Scrive a tal proposito Raja James Sheshardi, della American University: “I Pigmei sono sfrattati e poi sfruttati; da molti Stati africa­ni non sono considerati cittadini e viene rifiutata loro la carta d’iden­tità, insieme a terra di proprietà, assistenza sanitaria ed educazio­ne scolastica. Forzati da Governi e multinazionale del legname a lasciare le foreste, loro terre ance­strali da sempre, hanno un destino di emarginazione, impoverimento e abusi" Nella recensione del libro "Io e i Pigmei" , su La Stampa, scrive Irene Cabiati : "Il libro riesce ad inquadrare la situazione di un Paese, il Camerun, con 280 gruppi etnolinguistici spesso succubi della stregoneria, allegri e fieri della nazionale di football , inevitabilmente destinati a perdere la ricchezza delle foreste: sulle banconote da mille franchi qualche funzionario creativo ha pensato bene di far stampare la macchina che taglia il legname. Come segno di progresso naturalmente.  " Si legge in una recensione su Q Libri: "Ma i Pigmei ? Chi tutela i Pigmei ? La loro estinzione in quanto semplici uomini e' autorizzata ? Strano mondo il nostro." Il libro "Io e i Pigmei. Cronache di una donna nella foresta", di Raffaella Milandri, è edito da Polaris . Qui il link all'avvincente booktrailer: http://www.youtube.com/watch?v=5sHZgaTRPOY La viaggiatrice, che ha visitato aborigeni australiani, boscimani, pigmei, adivasi e altri popoli, ha appena annunciato su Rai Due http://www.youtube.com/watch?v=UftvTztqXFA il prossimo viaggio che la porterà oltre il circolo Polare Artico, tra i popoli Innuit, a vivere con gli equipaggi della caccia alle balene, e a visitare la riserva degli indiani Crow, in Montana, dove la Milandri è stata adottata come sorella dal Presidente della Nazione Crow, Cedric Black Eagle. "Io sono la sorella adottiva, il fratello adottivo di Cedric invece è il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. " Condurrà una ricerca su storia e usanze dei Crow, nonchè sulla storia di Custer e del Little Big Horn dal loro punto di vista. " Il mio prossimo libro sarà proprio su mio fratello e sul suo popolo" dice la Milandri

lunedì 21 novembre 2011

"Cronache di una donna nella foresta" : il nuovo libro per le donne che sognano l'avventura

Raffaella Milandri è una viaggiatrice solitaria che parte alla esplorazione di alcuni remoti angoli di mondo, in fuoristrada. Armata di telecamera e macchina fotografica, si reca in riserve e villaggi di pigmei, aborigeni, indiani d'America, boscimani e cerca la verità sulle attuali condizioni di questi popoli, pronta a documentare e denunciare le ingiustizie e le violazioni dei diritti umani . In uscita a fine novembre il suo libro "Io e i Pigmei. Cronache di una donna nella foresta" Nella lettura di questo soprendente viaggio, ci immergiamo insieme all'autrice nel caldo della foresta tropicale, e ci lasciamo trasportare attraverso villaggi e personaggi, ansiosi di scoprire chi si incontra dietro l'angolo.
Attraverso gli occhi della Milandri, ci troviamo anche noi alle volte inquieti, alle volte arrabbiati, altre volte ancora divertiti da situazioni vissute con ironia e dipinte con pungenti osservazioni . Le avventure della scrittrice si dipanano in un racconto avvincente, è il pericoloso viaggio di una donna, attivista per i diritti umani, mascherata da turista, alla scoperta dei Pigmei odierni: chi sono e quali sono le straordinarie tradizioni di questa cultura millenaria? Qual è il devastante impatto del "Progresso" su questo popolo pacifico e in profonda armonia con la natura? Il libro, illustrato da bellissime foto, racconta un incredibile viaggio ae una ardua e ostinata ricerca della verità. Le testimonianze raccolte diventano un appello disperato affidato alla Milandri dal Popolo della Foresta.Link al minitrailer http://www.youtube.com/watch?v=2Em3VpPrN-I Confida l'autrice del libro Raffaella Milandri, viaggiatrice in solitaria e fotografa umanitaria, in merito alle difficoltà incontrate durante la sua esplorazione: “Il mio vantaggio più grande? L'essere donna. Il mio svantaggio più grande? L'essere donna” L'esperienza della viaggiatrice è un racconto avvincente, commovente e terribilmente vero. In uscita alla fine di novembre 2011, edito dalla Polaris, il libro contiene anche consigli per i viaggiatori "faidate" e soprattutto per le donne in viaggio.La dedica dell'autrice va a Sergio Bonelli " ha scolpito i miei Sogni" ; un capitolo è dedicato a Maurizio Costanzo , che ha ospitato la Milandri in tv. Link al libro http://www.polaris-ed.it/index.php?page=shop.product_details&flypage=shop.flypage&product_id=679&category_id=2&option=com_virtuemart&Itemid=21

Sergio Bonelli: arrivederci nelle celesti praterie

Fotografa umanitaria e attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, viaggiatrice solitaria, scrittrice, Raffaella Milandri ha dedicato il suo libro al famoso editore recentemente scomparso
Lettera di Raffaella Milandri
Tempo fa sentii il bisogno di scrivere a Sergio Bonelli, per ringraziarlo. Perchè è proprio grazie ai fumetti bonelliani , alla filosofia bonelliana , che ho sviluppato e realizzato i miei Sogni: sono diventata una viaggiatrice solitaria, una attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, una fotografa umanitaria. Tex Willer, Zagor e Mister No, fin da bambina, hanno nutrito i miei sogni d'avventura, e alimentato i miei principi di giustizia. E anche oggi, da adulta, faccio regolarmente viaggi nell'universo bonelliano; anzi, per me è una necessità. Scrissi nella mia prima lettera al grande Sergio Bonelli: "Sergio, Le scrivo con una gratitudine immensa. Mi spiace che oggi tanti bambini trascurino i Suoi fumetti per i videogiochi. E che perdano quello che io ho avuto la fortuna di apprendere." La coerenza e il senso di giustizia estrema dei personaggi bonelliani sono infatti le fondamenta di un mondo romantico dove i personaggi si muovono su binari di eroica e nobile avventura, gli ideali trionfano . Attraverso le pagine di questo mondo, si avverte anche la ricerca di un nitore storico e culturale. I personaggi bonelliani sono stati sicuramente specchio dell'animo dell'uomo Sergio Bonelli, che mi rispondeva con modestia: "Le sono sinceramente grato per avermi attribuito il merito delle Sue straordinarie scelte. Mi complimento con Lei, e confesso molta ammirazione per i Suoi mille viaggi avventurosi e per il nobile scopo che li anima. Dal canto mio sono ormai rassegnato all'idea che un fumetto non abbia la forza di sensibilizzare i lettori su temi importanti" Eppure, i fumetti di Bonelli hanno nutrito intere generazioni, fin dagli anni '60; e la sua è l'unica casa editrice che abbia resistito alle intemperie dell'elettronica. In altre lettere scambiate con Sergio Bonelli, gli ho confidato alcuni passi della mia missione per i diritti umani dei popoli indigeni, e gli ho raccontato, fiera, della mia adozione nella tribù dei Crow; nella sua ultima lettera mi giungeva il suo incoraggiamento: "Sarò lieto di seguire discretamente, come persona, i Suoi passi e i Suoi successivi successi. Il mio più sincero in bocca al lupo anche da parte dei "ragazzi" di via Buonarroti". Ho dedicato a Sergio Bonelli il mio primo libro su un incredibile mio viaggio tra i Pigmei: "Io e i Pigmei.Cronache di una donna nella foresta" che esce in questi giorni. Gentilissimo Sergio, un arrivederci nelle celesti praterie, e grazie ancora. Lunga vita a Tex, Mister No, Zagor , Dylan Dog e tutti gli altri Suoi amati personaggi che hanno sempre raccontato tanto del Suo modo di vedere la vita. E un grande in bocca al lupo a Davide Bonelli.