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martedì 11 settembre 2018

La scrittrice dei Popoli Indigeni

Foto di Raffaella Milandri al Wacipi della Rosebud Sioux Tribe



Ha al suo attivo cinque libri, l’ultimo uscito a luglio 2018, dove Raffaella Milandri promuove la cultura, l’identità e i diritti umani dei Popoli Indigeni. Libri dove raccoglie testimonianze, spesso drammatiche, che esponenti dei Popoli Indigeni, dagli Inuit ai Pigmei, dai Nativi Americani agli Adivasi, le hanno affidato con fiducia perchè le loro voci fossero ascoltate. Viaggiando in solitaria, spesso in fuoristrada, fino ad angoli remoti del nostro Pianeta, la Milandri ha raccolto filmati, interviste, foto e appelli di questi Popoli che vivono ai margini del “Progresso”, i cui microcosmi sociali e culturali rappresentano invece esempi preziosi di convivenza pacifica ed ecosostenibile. Tali ricerche ed indagini alle volte hanno portato la “scrittrice dei Popoli Indigeni” a rischiare la vita, perchè i territori di queste antiche comunità, non tutelati volontariamente da leggi e diritti di proprietà, sono ricchi, ricchissimi di risorse: diamanti, legname, bauxite, petrolio, e così via. E chi approfitta di queste risorse, spesso con la violenza, non si fa certo scrupolo di una donna sola, straniera, pur di proteggere l’accesso a enormi quantità di denaro, che spesso fluiscono verso la “madre Europa”, terra dove il colonialismo ha avuto origine. Perciò, non c’è da stupirsi che i suoi libri siano seguitissimi da una nutrita schiera di appassionati, ma ignorati spesso dai media. Raffaella Milandri non si dedica solo alla scrittura di libri, ma anche a conferenze sui diritti umani dove mostra filmati dove gli esponenti di vari popoli confessano i soprusi subiti. “Mi hanno chiesto diverse volte di mostrare i miei filmati in tv, ma mi sono sempre rifiutata. L’unica condizione poteva essere che avessero i volti oscurati, per proteggerli da eventuali –e probabili- ritorsioni. Molto spesso esistono tacite connivenze tra governi, multinazionali e ONG stesse, e a nessuno di essi fa gioco che si pubblicizzino trattamenti incuranti dei diritti umani. Ho dovuto ascoltare racconti di torture, di violenze, con la grande responsabilità di divulgarli ma proteggendo i testimoni. Per il resto, quando si parla di Popoli Indigeni, troppo spesso se ne parla solo mettendo in risalto le loro usanze “diverse”, abitudini alimentari che molti definirebbero “stravaganti”, costumi pittoreschi, danze folkloristiche e così via. I tempi del Wild West Show di Buffalo Bill non sono ancora finiti. E’ una vergogna importare gruppi di Pigmei per farli esibire e poi rispedirli a casa dove non sono nemmeno considerati uomini. E’ una vergogna che i Nativi Americani siano stati importati in Europa nell’Ottocento per mostrarli come fenomeni da baraccone, e che in molti casi questa tradizione continui, senza mai parlare della realtà nelle riserve indiane, che rimane sconosciuta ai più”. Il suo ultimo libro, “Liberi di non comprare” è incentrato sulla decadenza della civiltà del consumismo con tutte le sue piaghe;  dice il Prof. Barbagallo, che ha dedicato un contributo all’interno del libro: “ribalta i luoghi comuni sui rapporti tra paesi avanzati e Popoli Indigeni”.
Raffaella Milandri con due partecipanti al contest di danza della Crow Fair 2018

domenica 3 settembre 2017

Perchè e come viaggiare sola- di Raffaella Milandri

Una piccola carrellata di interviste televisive dove svelo alcuni segreti: perchè ho cominciato a viaggiare, come viaggia una donna sola, come approcciarsi ai popoli indigeni, e l’Alaska. In valigia ci vuole tanto posto per la fortuna, un elemento imprevedibile ma indispensabile, che va aiutato però con una preparazione adeguata e con tante precauzioni e previdenza. Il requisito indispensabile per una donna che viaggia sola? Un profilo basso e un abbigliamento anonimo e informe, scordandosi tutto quello che la società occidentale canonizza per essere glamour.

 Link a Interviste su youtube

mercoledì 16 agosto 2017

Booktrailer del libro In Alaska di Raffaella Milandri

Raffaella Milandri in Alaska



Ecco qui sotto il  booktrailer del libro In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi di Raffaella Milandri (Ponte Sisto 2017) curato da Marina Leoni e della Onlus On Air specializzata in produzioni videoradiofoniche. Le distanze sconfinate, la solitudine, il silenzio. E poi il ghiaccio, il Mare Artico, il terrore di incontrare un orso. Ma, soprattutto, il popolo Inuit, isolato nell’estremo nord dell’Occidente, che resiste dall’attacco del consumismo, della devastazione ambientale, dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, della idolatria della ricchezza materiale.
Questo e altro c’è nel libro “In Alaska. Il Paese degli uomini liberi” (edizioni Ponte Sisto, 144 pagine) di Raffaella Milandri. “In Alaska”, che sta avendo un ottimo successo di pubblico e di critica, è il quarto libro della Milandri e ha un filo comune coi precedenti: la narrazione di un avventuroso viaggio in solitaria, la storia di un popolo indigeno da salvare, in questo caso gli “eschimesi” Inupiaq, e il racconto dell’ incredibile abisso che separa ormai l’uomo “globalizzato” dalla natura e dalla essenza stessa dell’essere umano.
E’ un libro più intimista dei precedenti della Milandri, che racconta l’avventura di chi vive in un contesto “moderno” dove non si è abituati a usare i cinque sensi per sopravvivere. E’ un viaggio “into the wild”, nel pericolo della natura, ma anche dentro se stessi. Scrive di lei il giornalista Di Ciomma: “Una Jack London tutta al femminile, una donna semplice, che possiede ottime capacità narrative e che riesce a coinvolgere il lettore stupendolo ma soprattutto emozionandolo”.

domenica 4 giugno 2017

Esce "In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi"

In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi di Raffaella Milandri

E' in uscita in libreria dai primi di giugno, il nuovo libro di Raffaella Milandri: “In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi.” Dice la autrice, viaggiatrice in solitaria e attivista per i diritti umani dei popoli indigeni: "I miei libri hanno un filo comune: la narrazione di un mio avventuroso viaggio in solitaria, la storia di un popolo indigeno da salvare,  e il racconto dell’ incredibile abisso che separa ormai l’uomo “globalizzato” dalla natura e dalla essenza stessa dell’essere umano. Siamo vittime di una alienazione, di uno sradicamento straziante da noi stessi, causato in primis dalle necessità economiche e finanziarie di chi governa il mondo". 
Un viaggio ai confini del mondo dove la sfida di una donna, sulla rotta per la libertà e la natura selvaggia, non è affrontare lupi o orsi. E’ l’avventura di portare in valigia i propri demoni e le proprie paure, seguendo le orme di Jack London. Con la consapevolezza che la vita moderna ha affievolito sempre di più la forza e l’istinto atavico di sopravvivenza dell’uomo, rendendolo inerme in una lotta dove i cinque sensi valgono molto di più della ragione.
In un viaggio in solitaria di oltre 10.000 chilometri in Alaska, l’autrice -fotografa, scrittrice e attivista per i diritti umani- percorre  i sentieri dei cercatori d’oro, dei pionieri, e dei cacciatori di balene. Lassù, ai confini del mondo, si imbatte in una natura umana forte e gentile, ma tocca con mano i risultati catastrofici del riscaldamento globale e delle crudeltà dell’Uomo Bianco. Le sue esperienze più intense sono oltre il Circolo Polare Artico, dove la solitudine tocca le vette più alte e il silenzio bianco regna sovrano. Sarà il capitano Roy, del popolo Inupiaq, ad aprirle le porte alle tradizioni antiche della sua gente, ma anche a rivelarle la dura realtà di un mondo senza scrupoli in lotta per il petrolio e per il denaro; un mondo dove l’orso polare-il gigante gentile dell’Artico- è tra le prime vittime di cambiamenti irreversibili.
Un libro intenso che racconta la scoperta dell’Alaska, una “Ultima Frontiera” che contrappone la sicurezza della vita comoda, moderna e consumistica, alla  incertezza costante di chi ha scelto la libertà. R


L’autrice
Scrittrice, fotografa umanitaria e viaggiatrice in solitaria, Raffaella Milandri, attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, è membro adottivo della tribù Crow, in Montana. E’ presidente fondatrice della Omnibus Omnes Onlus. Dice Raffaella Milandri: "Viaggiare non vuol dire visitare luoghi, ma percepire l'animo
dei popoli". Come viaggiatrice solitaria è stata accolta da tribù nei più remoti angoli di mondo. Si dedica alla scrittura, alla fotografia e ai reportage, intesi come strumento di sensibilizzazione e divulgazione sul tema dei diritti umani e delle problematiche sociali, attraverso campagne di informazione, appelli, petizioni e
conferenze, e diffondendo filmati e interviste su media e social network. Varie le partecipazioni televisive e radiofoniche in Italia, numerosi gli articoli sui suoi viaggi, su quotidiani e riviste. Tra le mete dei suoi viaggi, ricordiamo la Papua Nuova Guinea, l'Alaska, il deserto del Kalahari, il Tibet, il Kimberly in Australia. Tra i Popoli Indigeni oggetto delle sue campagne per i diritti umani, i Nativi Americani, i Pigmei, i Boscimani, gli Adivasi dell'Orissa.
Libri pubblicati:
Io e i Pigmei. Cronache di una donna nella Foresta, Polaris 2011; La mia Tribù. Storie autentiche di Indiani d'America, Polaris 2013; In India. Cronache per veri viaggiatori, Ponte Sisto 2014.

domenica 24 giugno 2012

Le grandi sfide di una donna in solitaria

Cosa vuol dire affrontare una impresa? Cosa comporta fare un viaggio avventuroso?
Prima di tutto, per me vuol dire intraprendere un percorso fatto di incognite e di rischi. E cercare di superare i miei limiti, usando e affinando quei sensi che la cultura occidentale assopisce nella culla di quotidiane certezze. I motivi che mi spingono a scegliere il DOVE, sono spesso originati dalla volontà di incontrare un popolo indigeno in difficoltà, e spesso i popoli indigeni vivono negli ultimi, remoti paradisi terrestri.
Deserto del Kalahari
Ben pochi possono dire di aver provato l'inebriante sensazione di attraversare da soli il deserto del Kalahari,  in Botswana, su un fuoristrada carico di viveri, come ho fatto io. O il Makgadikadi Pans, sempre in Botswana, pericolosissimo e infido, un pantano grande come il Portogallo. Una enorme carica di adrenalina, per poter visitare l'ultimo villaggio  dei Boscimani nel Kalahari, popolo in agonia e deportato a causa dei ricchi giacimenti di diamanti scoperti nel deserto.
Un territorio meraviglioso, dove una fauna strepitosa 

Makgadikadi Pans

vive sotto le Leggi di Madre Natura. Zebre, elefanti, giraffe, antilopi, leoni e tanto altro ancora. Ho anche avuto un incontro ravvicinato con un leone, nel Deserto del Kalahari. Anche se lui -un maschio imperioso dalla folta criniera- ha visto e osservato me molto prima che io vedessi lui. 
Il percorso totale che mi ha portato da Johannesburg in Sudafrica al Kalahari in Botswana, e poi attraverso la striscia del Caprivi in Namibia indietro fino a Johannesburg, è di circa 6000 km. Con sosta forzata per guasti tecnici a Katima Mulilo.



In Alaska ho affrontato la Dalton Highway, una strada famosa per essere una vera e propria sfida per i più temerari. Questo percorso l'ho scelto per il puro  
Circolo Polare Artico, sulla Dalton Highway
Certificato di arrivo a Prudhoe Bay
piacere di avventura. Mi ha portato, dopo 10.000 km in lungo e in largo tra Alaska e Yukon, oltre il Circolo Polare Artico, a Prudhoe Bay. Percorso noto oggi grazie alla trasmissione "Gli eroi dei ghiacci" su Sky. La Dalton Highway si snoda su 700 km di fuoristrada che costeggiano la Transalaska Pipeline, uno dei più grandi oleodotti del mondo. Caribù, orsi, buoi muschiati e lupi popolano la tundra, lungo la strada solo un paesino di 13 abitanti. A Prudhoe Bay, nessun servizio sanitario, alcool proibito, pochissimi Innuit e tanti lavoratori per le compagnie petrolifere.
L'auto nel Sagg River
Arrivata a Prudhoe Bay, ho ricevuto un certificato per l'impresa compiuta. Quando sono ripartita, mi sono avventurata oltre il consentito e ho avuto
una esperienza più "forte": attraversando il Sagg
River, il mio fuoristrada è affondato nel letto del fiume reso cedevole dal permafrost. L'acqua ha iniziato a entrare nel veicolo e così ho dovuto affrontare la tundra a piedi, abbandonare tutto e camminare con un inizio di ipotermia che mi attanagliava le gambe, alla ricerca della salvezza mentre i lupi mi osservavano da lontano e poi sempre più da vicino. Arrivata alla Dalton Highway, una jeep con due cacciatori mi soccorreva e mi portava al campo della Chevron, il più vicino. La foto con l'auto è stata fatta dallo sceriffo durante il sopralluogo fatto dopo il mio salvataggio. Questa è stata una delle più rischiose esperienze della mia vita.                                        


In Australia ho affrontato, dopo 3000 km in fuoristrada il lungo e in largo da Darwin a Ayers Rock, la famosa Gibb River Road del Kimberley. Partita da Broome su un improbabile e caracollante campervan fuoristrada, ho affrontato la Gibb River Road con l'obiettivo di arrivare al Mitchell Plateau e poi visitare una riserva di aborigeni australiani per la quale avevo già preso il permesso nell'apposito ufficio.
Il campervan nel Kimberley
In realtà non ci sono mai arrivata: chi viaggia in solitaria deve saper riconoscere i limiti di se stesso e del proprio autoveicolo.  Territorio infuocato e impervio, con una sola stazione di servizio nel raggio di centinaia e centinaia di km, la Gibb River Road non risparmia uomini e veicoli; in particolare pneumatici e sospensioni. Una ricca scorta di acqua può essere inadeguata se si va in panne senza nessuno nei paraggi per diversi giorni, mentre i dingo ululano nella notte minacciosi. Una gomma di scorta liscia, le taniche di riserva del gasolio che perdevano, la strada fino al Mitchell Plateau impervissima: sono tornata indietro dopo 500 km. Non me ne vergogno.

domenica 8 aprile 2012

Dalle Grandi Pianure all'Oceano Artico

Dalle Grandi Pianure all'Oceano Artico: nuovo viaggio in solitaria per la avventuriera Milandri Dal fratello indiano di Obama, poi a caccia di balene: il nuovo viaggio in solitaria della "avventuriera" Milandri annunciato su Rai Due.Sarà sempre in diretta su Facebook.
Il sogno, l'avventura. E' una moderna eroina, viaggiatrice solitaria, fotografa, scrittrice ma soprattutto attivista per i diritti umani dei popoli indigeni. Ha visitato e raccolto testimonianze sui Pigmei, sui Boscimani, sugli aborigeni australiani, sugli Adivasi indiani , è stata adottata come sorella dal Presidente della Nazione Crow, Cedric Black Eagle. "Io sono la sorella adottiva, il fratello adottivo di Cedric invece è il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. " Adesso parte per l'ennesimo viaggio, che la porterà dalle Grandi Pianure all'Oceano Artico. Sarà un viaggio mediatico, con collegamenti radio e in livestreaming, e in diretta su Facebook. Questo il link dove sarà possibile seguire tutti gli aggiornamenti http://www.facebook.com/groups/186600868082438/ "Ho tante curiosità e domande da soddisfare, sia sulla vita attuale nelle riserve indiane e Innuit, sia sulla caccia alle balene praticata in modo tradizionale dai popoli indigeni sull'Oceano Artico"dice la Milandri."Sono sempre accolta bene: mi tolgo le mie vesti di occidentale per indossare i panni dei popoli più antichi della Terra e per assorbire la loro incredibile capacità di vivere a contatto con la natura" Dopo la uscita del suo libro "Io e i Pigmei", edito da Polaris, che ha raccolto ottimi risultati di pubblico e di critica , Raffaella Milandri scriverà durante il suo imminente viaggio il prossimo libro. "Io e i Pigmei? E' una storia incredibile, dove prendo il lettore per mano alla scoperta di scottanti verità, senza censure e senza buonismi" Qui il link alla sua ultima partecipazione in Rai http://www.youtube.com/watch?v=UftvTztqXFA a Tg2 Insieme, condotto da Maria Concetta Mattei e Dario Celli

lunedì 21 novembre 2011

"Cronache di una donna nella foresta" : il nuovo libro per le donne che sognano l'avventura

Raffaella Milandri è una viaggiatrice solitaria che parte alla esplorazione di alcuni remoti angoli di mondo, in fuoristrada. Armata di telecamera e macchina fotografica, si reca in riserve e villaggi di pigmei, aborigeni, indiani d'America, boscimani e cerca la verità sulle attuali condizioni di questi popoli, pronta a documentare e denunciare le ingiustizie e le violazioni dei diritti umani . In uscita a fine novembre il suo libro "Io e i Pigmei. Cronache di una donna nella foresta" Nella lettura di questo soprendente viaggio, ci immergiamo insieme all'autrice nel caldo della foresta tropicale, e ci lasciamo trasportare attraverso villaggi e personaggi, ansiosi di scoprire chi si incontra dietro l'angolo.
Attraverso gli occhi della Milandri, ci troviamo anche noi alle volte inquieti, alle volte arrabbiati, altre volte ancora divertiti da situazioni vissute con ironia e dipinte con pungenti osservazioni . Le avventure della scrittrice si dipanano in un racconto avvincente, è il pericoloso viaggio di una donna, attivista per i diritti umani, mascherata da turista, alla scoperta dei Pigmei odierni: chi sono e quali sono le straordinarie tradizioni di questa cultura millenaria? Qual è il devastante impatto del "Progresso" su questo popolo pacifico e in profonda armonia con la natura? Il libro, illustrato da bellissime foto, racconta un incredibile viaggio ae una ardua e ostinata ricerca della verità. Le testimonianze raccolte diventano un appello disperato affidato alla Milandri dal Popolo della Foresta.Link al minitrailer http://www.youtube.com/watch?v=2Em3VpPrN-I Confida l'autrice del libro Raffaella Milandri, viaggiatrice in solitaria e fotografa umanitaria, in merito alle difficoltà incontrate durante la sua esplorazione: “Il mio vantaggio più grande? L'essere donna. Il mio svantaggio più grande? L'essere donna” L'esperienza della viaggiatrice è un racconto avvincente, commovente e terribilmente vero. In uscita alla fine di novembre 2011, edito dalla Polaris, il libro contiene anche consigli per i viaggiatori "faidate" e soprattutto per le donne in viaggio.La dedica dell'autrice va a Sergio Bonelli " ha scolpito i miei Sogni" ; un capitolo è dedicato a Maurizio Costanzo , che ha ospitato la Milandri in tv. Link al libro http://www.polaris-ed.it/index.php?page=shop.product_details&flypage=shop.flypage&product_id=679&category_id=2&option=com_virtuemart&Itemid=21

Sergio Bonelli: arrivederci nelle celesti praterie

Fotografa umanitaria e attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, viaggiatrice solitaria, scrittrice, Raffaella Milandri ha dedicato il suo libro al famoso editore recentemente scomparso
Lettera di Raffaella Milandri
Tempo fa sentii il bisogno di scrivere a Sergio Bonelli, per ringraziarlo. Perchè è proprio grazie ai fumetti bonelliani , alla filosofia bonelliana , che ho sviluppato e realizzato i miei Sogni: sono diventata una viaggiatrice solitaria, una attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, una fotografa umanitaria. Tex Willer, Zagor e Mister No, fin da bambina, hanno nutrito i miei sogni d'avventura, e alimentato i miei principi di giustizia. E anche oggi, da adulta, faccio regolarmente viaggi nell'universo bonelliano; anzi, per me è una necessità. Scrissi nella mia prima lettera al grande Sergio Bonelli: "Sergio, Le scrivo con una gratitudine immensa. Mi spiace che oggi tanti bambini trascurino i Suoi fumetti per i videogiochi. E che perdano quello che io ho avuto la fortuna di apprendere." La coerenza e il senso di giustizia estrema dei personaggi bonelliani sono infatti le fondamenta di un mondo romantico dove i personaggi si muovono su binari di eroica e nobile avventura, gli ideali trionfano . Attraverso le pagine di questo mondo, si avverte anche la ricerca di un nitore storico e culturale. I personaggi bonelliani sono stati sicuramente specchio dell'animo dell'uomo Sergio Bonelli, che mi rispondeva con modestia: "Le sono sinceramente grato per avermi attribuito il merito delle Sue straordinarie scelte. Mi complimento con Lei, e confesso molta ammirazione per i Suoi mille viaggi avventurosi e per il nobile scopo che li anima. Dal canto mio sono ormai rassegnato all'idea che un fumetto non abbia la forza di sensibilizzare i lettori su temi importanti" Eppure, i fumetti di Bonelli hanno nutrito intere generazioni, fin dagli anni '60; e la sua è l'unica casa editrice che abbia resistito alle intemperie dell'elettronica. In altre lettere scambiate con Sergio Bonelli, gli ho confidato alcuni passi della mia missione per i diritti umani dei popoli indigeni, e gli ho raccontato, fiera, della mia adozione nella tribù dei Crow; nella sua ultima lettera mi giungeva il suo incoraggiamento: "Sarò lieto di seguire discretamente, come persona, i Suoi passi e i Suoi successivi successi. Il mio più sincero in bocca al lupo anche da parte dei "ragazzi" di via Buonarroti". Ho dedicato a Sergio Bonelli il mio primo libro su un incredibile mio viaggio tra i Pigmei: "Io e i Pigmei.Cronache di una donna nella foresta" che esce in questi giorni. Gentilissimo Sergio, un arrivederci nelle celesti praterie, e grazie ancora. Lunga vita a Tex, Mister No, Zagor , Dylan Dog e tutti gli altri Suoi amati personaggi che hanno sempre raccontato tanto del Suo modo di vedere la vita. E un grande in bocca al lupo a Davide Bonelli.

domenica 20 novembre 2011

Avventuriera sui tacchi a spillo. Su Facebook

Alcuni giornali definiscono Raffaella Milandri una "avventuriera", una incredibile figura romantica di altri tempi . Gli amici la hanno soprannominata "Raffa Jones": è una viaggiatrice solitaria che parte alla esplorazione di alcuni remoti angoli di mondo, in fuoristrada. Armata di telecamera e macchina fotografica, si reca in riserve e villaggi di pigmei, aborigeni, indiani d'America, boscimani e cerca la verità sulle attuali condizioni di questi popoli, pronta a documentare e denunciare le ingiustizie e le violazioni dei diritti umani . Spiega la Milandri "I popoli indigeni spesso si trovano sulla traiettoria delle speculazioni di Governi e multinazionali, che ambiscono alle ultime fette di paradiso terrestre ricche di risorse naturali." Dedichiamo una breve intervista a questa donna intraprendente. -Come è la viaggiatrice solitaria durante i suoi viaggi?" "Ad ogni partenza mi spoglio delle mie impalcature mentali ed esteriori da occidentale, e indosso dei panni estremamente comodi e spartani. La dimensione della valigia è inversamente proporzionale al concetto di libertà. Mi affido al mio 'quinto senso e mezzo', ovvero al mio istinto, e mi muovo senza programmi, pronta a cambiare rotta in base alle esigenze. " -E come è quando è a casa?
"A casa ? Sono spesso vittima dei tacchi alti e dei tailleur. In lotta continua con il tempo, affaccendata come solo noi occidentali sappiamo fare." -Ha incontrato pericoli nei suoi viaggi? Raffaella Milandri lancia uno sguardo al cielo. " Ogni volta può esserci l'imprevisto, come un guasto alla macchina in mezzo al nulla. Ma il pericolo più grande nasce quando tocco gli interessi dei potenti. Spesso mi trovo a raccogliere denunce molto scottanti, e in certe aree remote farmi scomparire sarebbe una soluzione molto facile. Ma la mia arma migliore è tenere un profilo basso: spesso faccio la finta tonta o la turista idiota" -E ha mai avuto molestie di tipo sessuale? "Riesco quasi sempre a prevenire queste situazioni.Ma certo, può capitare" -Raffaella, Lei viaggia con qualche organizzazione o associazione?". "No, io mi muovo da sola e spesso in incognito. Poi, quando torno in Italia, organizzo convegni e conferenze per divulgare il materiale raccolto, grazie ad Associazioni o a Assessorati alla Cultura" -E' vero che i Suoi viaggi si possono seguire in diretta su Facebook? "Sì, metto online foto e filmati, ho molte persone che mi seguono e mi sostengono nei momenti bui" -Quali angolo di mondo Le sono rimasti nel cuore? "Tutti, luoghi e persone. Il Giappone, l'Orissa, il Camerun, il Botswana, l'Australia , il Tibet....Forse l'Alaska ha un posto speciale: l'ultima frontiera" -La mèta del prossimo viaggio? "Ancora da confermare. Per ora sono impegnata con la presentazione del mio libro in prossima uscita 'Io e i Pigmei.Cronache di una donna nella foresta' della casa editrice Polaris. E' un racconto di viaggio ma anche una denuncia del rischio di estinzione dei Pigmei. " Link a filmato http://www.youtube.com/watch?v=HXApuzVaVok camerun, tibet, alaska, pigmei, aborigeni, boscimani, sessuale, molestie