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domenica 2 marzo 2025

Parlare di diritti dei Popoli Indigeni, oggi, è ancora un tabù. Perché?

 

“Essi sono il classico elefante in una stanza”. Intervista con la attivista Raffaella Milandri

 

Articolo di Giovanni Rossi

 

In questa epoca di globalizzazione galoppante, la diversità culturale, espressa nelle usanze, nel linguaggio, nella musica e altri aspetti tradizionali diventa più che mai un prezioso patrimonio dell’umanità. Ma quello dei Popoli Indigeni è un argomento ancora poco discusso e spesso ignorato. Ne parliamo in un’intervista con Raffaella Milandri, giornalista, scrittrice e antropologa, fondatrice della Mauna Kea Edizioni, che si dedica da vent’anni alla difesa dei Popoli Indigeni ed è studiosa in particolare dei Nativi Americani. Non solo: nel 2010 è stata adottata dalla famiglia Black Eagle della Crow Nation, quindi, oltre a essere un’esperta e appassionata, è a pieno titolo un membro della comunità dei Nativi Americani. Esordisce così:

«I Popoli Indigeni, secondo gli ultimi dati della World Bank, sono 476 milioni di persone nel mondo. Sono una presenza che è il classico “elefante nella stanza”, elephant in the room: una verità che, per quanto ovvia e appariscente, viene ignorata o minimizzata. Un problema molto noto ma di cui nessuno vuole discutere».

Popoli Indigeni. Foto di Raffaella Milandri

 

Cosa ti ha colpito maggiormente dei Popoli Indigeni?

 

«Confesso la molla per conoscerli: sin da bambina, sognavo di incontrare i Navajo di cui leggevo nel mitico Tex della Bonelli. Quando li ho visitati la prima volta, a Window Rock, sono rimasta straordinariamente colpita dalla loro “diversità” in termini di valori e di approccio alla vita. Molto lontani dal pragmatismo occidentale, da quel nostro inquadramento basato sull’avere e non sull’essere, su un’identità incentrata sul lavoro e sul raggiungimento di obiettivi spesso stereotipati e sopravvalutati. Dopo i Navajo, ho incontrato altri popoli nativi americani, e poi i Bakà del Camerun, i San del Kalahari, i Rabari del Gujarat, i Bonda dell’Orissa, il popolo tibetano, gli aborigeni australiani e tanti altri. Nei Popoli Indigeni ho ritrovato quella preziosa “diversità” culturale e sociale, diversa da noi, ma con un’estrema assonanza tra di loro. Questo mi ha spinto a viaggiare, studiare, approfondire. E a vedere il mondo in modo differente. Negli ultimi anni mi sono poi concentrata sui Nativi Americani, che hanno nella loro storia e resistenza molto da insegnare, soprattutto come specchio della nostra civiltà occidentale. Oggi non abbiamo a che fare con i Popoli Indigeni originari, ma con quelli che convivono al nostro fianco, subendone le conseguenze. Dapprima vi è stato il colonialismo, cui è seguito il neocolonialismo. Oggi, per molti popoli la grande sfida è convivere con i nostri sistemi invasivi – dall’estrazione di combustibili fossili, alla deforestazione, alle coltivazioni intensive, alle espropriazioni di territori, alla globalizzazione, per citarne solo alcuni – e sopravvivere, mantenendo la propria cultura e identità».

 

Cosa hanno in comune i Popoli Indigeni?  

 

«Cercherò di essere breve e di attenermi ad alcuni concetti essenziali. Innanzitutto “indigeni” vuol dire che sono pressoché da sempre presenti nello stesso territorio, adattandosi, ottimizzando l’utilizzo delle risorse ivi presenti e identificandosi nell’ambiente stesso, in uno stile di vita quasi simbiotico. Le comunità indigene in buona parte sono definite come “cacciatori-raccoglitori”, comunità che non praticano l’agricoltura, ma questo non è esatto, basti pensare alle civiltà precolombiane e alle loro coltivazioni. Nei popoli nativi la caratteristica predominante è il rispetto, e quindi il “non-sfruttamento” esasperato delle risorse del territorio, in cui noi occidentali siamo maestri. Con la conseguenza, confrontati alla nostra società, di alcuni importanti vantaggi: niente sovrappopolazione; conservazione di ecosistemi; abilità di sopravvivenza senza la schiavitù tecnologica. Mi ha colpito di questi Popoli l’attaccamento all’identità e tradizioni; la tenacia e la determinazione con cui cercano di salvaguardare la loro cultura e trasmetterla alle giovani generazioni — oggi così esposte al bombardamento mediatico del mondo occidentale e all’omologazione culturale della globalizzazione. La cosa peggiore che hanno in comune è una storia di violenza, abusi e soprusi da parte dei “conquistatori”, e il continuo assoggettamento forzato alla cultura dominante. Sanno come sopravvivere nel deserto, a elevate altitudini, nella foresta tropicale e nei ghiacci, ma molte comunità sono già state completamente cancellate dall’arrivo degli Europei».

 

 

Raffaella Milandri in Orissa

Perché sui media si parla così poco di Popoli Indigeni e dei loro diritti?

 

«Innanzitutto qui bisogna risalire al peccato originale e citare la storia e gli inizi: il colonialismo europeo, con l’appoggio della Chiesa di Roma, alla conquista delle “terre di nessuno”, terrae nullius, sancito e “santificato” con bolle papali come la Bolla Inter Caetera e altre. Le potenze del vecchio continente sguinzagliarono navi e “conquistatori” in tutti i continenti, con la scusa di cristianizzare i popoli selvaggi ma, in realtà, alla ricerca di risorse, territori e ricchezze di cui appropriarsi. Bartolomé de Las Casas, un vescovo cattolico spagnolo, si schierò dalla parte dei Nativi Americani e riportò, nelle sue cronache del Cinquecento, una ferocia inusitata contro gli indigeni in questa “missione” degli Europei. La geopolitica mondiale attuale è stata definita allora, grazie in primis alle bolle papali di cui molte associazioni native hanno chiesto l’abolizione. Parlare di diritti dei Popoli Indigeni va a minacciare gli interessi di molti Paesi europei e delle loro “propaggini” nate dal colonialismo, immensi territori come, ad esempio, Canada, Stati Uniti e Australia. Pur se negli ultimi decenni se ne parla più apertamente, la estromissione dei Popoli Indigeni dai libri di storia, di diritto e di sovranità territoriale è un chiaro caso di censura e controllo politico, ideologico e morale. Riconoscere le proprie colpe, sdoganare i diritti originari di questi Popoli, indurrebbe all’enorme rischio di dover ridisegnare completamente la mappa geopolitica mondiale. Va da sé che i media stessi ne parlino con il contagocce, per non toccare un punto dolente, estremamente delicato per molti Governi. Il cosiddetto mondo occidentale soffre di un terribile etnocentrismo, motivato da un lato da una sindrome di presunta superiorità, dall’altro da una continuata appropriazione indebita di territori».

 

Negli ultimi anni abbiamo assistito a scuse epocali verso i Nativi del Canada e degli Stati Uniti, da parte di Papa Francesco e poi di Biden…

 

«Da parte di entrambi, si è trattato di scuse per il sistema delle scuole residenziali, che è stato imposto dai Governi e gestito in primis dalla Chiesa cattolica, e che ha duramente colpito generazioni di Nativi con l’assimilazione forzata e un tentativo violento di cancellare la loro cultura. I giovani indigeni di Canada e Stati Uniti sono stati costretti, dalla fine dell’Ottocento fino a quasi venti anni fa, a lasciare le proprie famiglie e comunità, e gli è stato proibito di usare i loro nomi, parlare le loro lingue, praticare la loro religione, oltre a subire in molti casi documentati sevizie gravissime. Ne parlo dettagliatamente nella mia opera “ Le scuole residenziali indiane. Le tombe senza nome e le scuse di Papa Francesco”. In questi casi, le scuse sono state funzionali al potere di chi le porge, e non possono essere un mero esercizio statale di “colpa performativa”. Come hanno scritto Mark Gibney ed Erik Roxstrom in The Status of State Apologies: “Lo Stato potente non solo decide se e quando saranno fatte le scuse (o se saranno fornite delle ‘quasi scuse’), ma anche il modo in cui tutto ciò sarà eseguito”. In sostanza, le scuse non bastano, anzi possono costituire in sé una forma di violenza sulle vittime. L’aspetto positivo delle scuse è che, in particolare nel caso di quelle di Papa Francesco, l’impatto mediatico a livello mondiale è stato un ottimo strumento di divulgazione di verità che sono state taciute a lungo».

 

Questi Popoli sono protetti dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni?

 

«Questo è un punto molto spinoso. La Dichiarazione dei diritti dei Popoli Indigeni, UNDRIP, è stata adottata in tempi recenti dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, durante la sua 62ª sessione in New York, il 13 settembre 2007. Votarono a favore 143 stati, 4 votarono contro (non a caso, Australia, Canada, Nuova Zelanda e Stati Uniti, nati come colonie dell'Impero britannico e a maggioranza di popolazione non indigena); 11 stati si astennero (Azerbaijan, Bangladesh, Bhutan, Burundi, Colombia, Georgia, Kenya, Nigeria, Federazione Russa, Samoa e Ucraina) e 34 non furono presenti. In seguito i 4 stati a sfavore cambiarono voto, pur se molte critiche e opposizioni alla Dichiarazioni vanno avanti tuttora. Tra i diritti collettivi che la Dichiarazione proclama, a favore delle popolazioni autoctone, vi è quello all’autodeterminazione, a non essere espulsi dai loro territori e a godere delle risorse naturali situate su di esse. Oggi la Dichiarazione è lo strumento internazionale più completo sui diritti dei Popoli Indigeni. Essa stabilisce un quadro universale di standard minimi per la sopravvivenza, la dignità e il benessere dei Popoli Indigeni del mondo. Ma purtroppo non è uno strumento giuridicamente vincolante ai sensi del diritto internazionale: stabilisce sono uno standard che “dovrebbe” essere seguito. Come dicevamo prima: riconoscere i diritti dei Popoli Indigeni ai loro territori costituirebbe una “spesa” troppo ingente per molti Stati.

Un altro strumento importante è l’UN Genocide Convention, la Convenzione delle Nazioni Unite per la Prevenzione e la Punizione del Crimini di Genocidio, redatta nel 1948: è un trattato internazionale che mette al bando il genocidio e obbliga gli Stati parte a implementare l'applicazione di tale divieto. Lo hanno sottoscritto finora 154 stati e 40 non ancora; tra gli stati che non lo hanno ancora sottoscritto troviamo alcuni nella stessa “lista nera” dell’UNDRIP come il Bhutan, il Kenya e Samoa. L’ultima sottoscrizione alla Convenzione è quella della Repubblica Dominicana nel 2022. E’ interessante notare che questa Convenzione fu approvata negli Stati Uniti solo nel 1988 da Ronald Reagan, nonostante le forti opposizioni. Si considerava a rischio la sovranità statunitense. L’accusa di genocidio non è un pianto romantico di liberali e buonisti. Si adatta perfettamente alla situazione vissuta dai Nativi Americani, ma anche ad altri Popoli Indigeni. Esiste poi anche la ILO 169, una convenzione dell’International Labour Organisation, molto importante, il cui obiettivo centrale è proteggere i diritti umani dei Popoli Indigeni e riconoscere “le aspirazioni di questi popoli a esercitare il controllo sulle proprie istituzioni, sui propri modi di vita e sullo sviluppo economico e a mantenere e sviluppare le proprie identità, lingue e religioni, nel quadro degli Stati in cui vivono”. Qui le adesioni sono state a oggi solo di ventiquattro Stati, di cui la ultima la Germania, nel 2021. Una convenzione ignorata dalla maggior parte dei Governi. Organizzai una petizione per l’adesione dell’Italia alla ILO 169 circa dieci anni fa, ma essa, con allegata raccolta firme, inviata al Governo e al Papa, non ottenne alcuna risposta».

Link al testo integrale dell’UNDRIP: https://www.un.org/esa/socdev/unpfii/documents/DRIPS_it.pdf

Link al testo dell’UN Genocide Convention:

https://www.un.org/en/genocideprevention/genocide-convention.shtml

Link alla lista di sottoscrizioni della ILO 169:

https://normlex.ilo.org/dyn/nrmlx_en/f?p=NORMLEXPUB:11300:0::NO::P11300_INSTRUMENT_ID:312314

 

Raffaella Milandri in Nepal

Qual è la situazione che hai visto di persona dei Popoli Indigeni e dei Nativi Americani oggi?

 

«Devo di nuovo sottolineare che le problematiche dei Popoli Indigeni sono ignorate dalla maggior parte della popolazione mondiale, proprio per i motivi che dicevo prima: da un lato i media ne parlano assai poco, dall’altro i Governi che sono più coinvolti temono grandemente di perdere terre e diritti su ciò che è stato sottratto ai Popoli Indigeni nei secoli scorsi e che viene sottratto anche oggi. In alcuni Paesi, come ad esempio in Africa e in Asia, molte situazioni sono drammatiche e ho potuto assistere a delle vere e proprie tragedie. I miei appelli sono rimasti perlopiù inascoltati. I Nativi Americani, invece, oggi sono negli Stati Uniti oltre nove milioni e in Canada oltre tre milioni: sono molto attivi, lottano per i propri diritti, hanno creato associazioni e università native, e pur se la loro posizione ha ancora tante problematiche da risolvere, hanno ottenuto leggi che li aiutano a proteggere le loro tradizioni, religioni e linguaggi. Molta la strada da fare, ma sono davvero un grande esempio di resistenza. Sono in contatto con diversi attivisti nativi, e la unione d’intenti, la determinazione e la collaborazione tra i consigli tribali e le comunità sono migliori che in tante comunità occidentali».

 

Ultimissima domanda: nei tuoi viaggi per ricerche sui diritti dei Popoli Indigeni hai corso dei rischi?

 

 «Assolutamente sì. Purtroppo in alcuni Paesi come il Camerun, il Botswana, l’India e altri mi sono trovata a indagare su violazione dei diritti umani dei Popoli Indigeni a carico di multinazionali con interessi di sfruttamento minerario e forestale. In quei casi, viaggiando in incognito e senza coperture mediatiche, in luoghi ai confini del mondo, si rischia di scomparire – o meglio di essere fatti scomparire – in un attimo. Ho avuto incontri con attivisti indigeni in molte occasioni e in tutti i continenti. Ricorderò sempre quando, dopo aver filmato una intervista con un leader tribale dell’Orissa, minacciato di morte, tornai a casa e pubblicai un suo appello alla comunità internazionale. Dopo pochissimi giorni fu arrestato. Io ero in Italia sana e salva,mentre lui si trovava in pericolo. Molti suoi compagni attivisti erano già stati “eliminati”. Ho corso molti pericoli, ma quando si agisce per una causa in cui si crede, nulla deve rimanere intentato. Si tratta di vite umane di persone che non appartengono al mondo dei compromessi».

 

 

sabato 17 agosto 2024

Chi è Raffaella Milandri (Biografia e bibliografia)

Raffaella Milandri

Non è semplice descrivere Raffaella Milandri e le sue attività: è un personaggio poliedrico e improntato ad una schiettezza e a una chiarezza di intenti non comuni. Con i suoi oltre dieci libri pubblicati in tredici anni, i suoi viaggi in solitaria in ogni angolo di mondo, le sue foto che sembrano voler catturare l’anima dei soggetti, spesso membri di tribù indigene poco conosciute, e i suoi scritti in cui le sue parole dipingono popoli, è una donna che innesca naturalmente la curiosità di chi ha una ampia apertura mentale. Ha rischiato molte volte la vita, anche a causa delle sue inchieste per i diritti umani, e dice: “Viaggiare non vuol dire visitare luoghi, ma percepire l’animo dei popoli”.

Biografia

Scrittrice, giornalista, editore e fotografa, Raffaella Milandri, attivista per i diritti umani dei Popoli Indigeni, è studiosa dei Popoli Indigeni e in particolare dei Nativi Americani e laureata in Antropologia. È membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e membro adottivo della tribù Crow in Montana. Fondatrice del Gruppo Editoriale Mauna. Presidente della associazione Omnibus Omnes Onlus, patrocinata dalla UNRIC Italia (ONU Italia). Attualmente è una dei massimi esperti italiani sui Nativi Americani, storia e attualità. Si sta dedicando alla opera di recupero di opere di autori nativi americani, traducendo e curando diversi libri.

Cura una serie di video tematici su youtube, “Nativi Americani ieri e oggi”  (qui link alla playlist), una rubrica radiofonica su Radio Talpa, “Nativi Americani ieri e oggi”, dedicata anche alla musica nativa americana (qui link alla playlist )  e una rubrica giornalistica, “Nativi”, su L’Antidiplomatico (qui link alla lista di articoli), oltre ad aver curato articoli per Focus Storia, Far West Gazette e, in passato, per il Corriere della Sera.

Come viaggiatrice solitaria è stata accolta da tribù nei più remoti angoli di mondo. Ha dichiarato: “Sono molto fiera di essere membro adottivo della famiglia Black Eagle dei Crow, tribù di Nativi Americani del Montana. E altrettanto fiera del mio nome in lingua originale, Baa Kuuxsheesh, che ha segnato una nuova tappa della mia vita e che significa ‘Aiuta gli altri’. Vorrei ricordarlo e dirlo sempre ad alta voce. La fratellanza è sacra. Un grande onore anche la adozione presso il popolo indigeno dei San, Boscimani del Kalahari. Il mio nome per loro è Nxuwa, che deriva da un tubero che il popolo boscimane porta con sé nel deserto per combattere la sete, la fame e la stanchezza”. 

Raffaella Milandri si dedica alla scrittura, alla fotografia e ai reportage intesi come strumento di sensibilizzazione e divulgazione sul tema dei diritti umani e delle problematiche sociali, attraverso campagne di informazione, appelli, petizioni e conferenze. Varie le partecipazioni televisive e radiofoniche, numerosi gli articoli sui suoi viaggi, su quotidiani e riviste. Si impegna in campagne informative sul turismo responsabile nei Paesi in via di sviluppo. Tra le mete dei suoi viaggi, in solitaria e spesso in fuoristrada, ricordiamo la Papua Nuova Guinea, l’Alaska, il deserto del Kalahari, il Tibet, il Kimberly in Australia. Tra i Popoli Indigeni oggetto delle sue campagne per i diritti umani, i Nativi Americani, i Pigmei Bakà, i Boscimani, gli Adivasi dell’Orissa. Ha affermato: “Avverto una incredibile urgenza nel mio viaggiare e divulgare, per documentare le discriminazioni dei diritti umani. La globalizzazione avanza a passi rapidi, ma spesso non porta con sé il Progresso positivo, anzi accelera il processo di estinzione di popoli che da decine di migliaia di anni vivono nelle stesse terre, legati alle loro tradizioni e culture, uniche e irripetibili”.

Libri pubblicati  e tradotti (con link nel titolo alla scheda libro completa)

tutti disponibili sia in edizione cartacea sia ebook.

PUBBLICAZIONI

Liberi di non Comprare. Un invito alla Rivoluzione, seconda edizione 2019.

Gli Ultimi Guerrieri. Viaggio nelle Riserve Indiane, prima edizione 2019.

In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi, seconda edizione 2019.

In India. Cronache per Veri Viaggiatori, seconda edizione 2019.

Lessico Lakota. Storia, Spiritualità e Dizionario Italiano-Lakota, (con M. Blasini), prima edizione 2019.

La mia Tribù. Storie autentiche di Indiani d’America, seconda edizione 2020.

Lessico Cherokee. Storia, Spiritualità e Dizionario Italiano-Cherokee, (con M. Blasini), prima edizione 2021.

Nativi Americani. Guida alle Tribù e alle Riserve Indiane degli Stati Uniti, prima edizione 2021.

Io e i Pigmei. Cronache di una Donna nella Foresta, seconda edizione 2022.

Le scuole residenziali indiane. Le tombe senza nome e le scuse di Papa Francesco, prima edizione 2023.

TRADUZIONI, CON INTRODUZIONE E NOTE

Racconti di Nativi Americani: Old Indian Legends di Zitkala-Sa, traduzione e note, (con T. Totò),prima edizione 2021.

Racconti di Nativi Americani: Plenty Coups. Capo dei Crow di Frank B. Linderman, traduzione e note, prima edizione 2022.  

Racconti di Nativi Americani: Il mio popolo. I Sioux di Luther Standing Bear, traduzione e note, prima edizione 2022.   

Racconti di Nativi Americani: Infanzia indiana di Charles Eastman, traduzione e note, prima edizione 2023.   

Racconti di Nativi Americani: Eroi e grandi capi indiani di Charles Eastman, traduzione e note, prima edizione 2023.   

Racconti di Nativi Americani: La Terra dell’Aquila Maculata di Luther Standing Bear, prima edizione 2023.

Racconti di Nativi Americani. I cinque di mezzo. Ragazzi indiani a scuola di Francis La Flesche, traduzione e note, prima edizione 2024.

Gli Indiani d’America e la loro musica di Frances Densmore, traduzione e note, prima edizione 2024. 

In India. Cronache per veri viaggiatori, Mauna Kea 2019, edizione aggiornata. Un racconto estremamente coinvolgente e appassionante, a tratti ironico e divertente: mentre la “Madame” e l’autista sikh macinano chilometri sulle polverose strade indiane, intrecciano un insolito rapporto, che fa da sfondo a un viaggio avventuroso e costellato di colpi di scena, da Delhi a Calcutta e alle foreste dell’Orissa. L’India viene raccontata da angolazioni originali e innovative, e fuori dalle rotte conosciute ai turisti. Il libro offre consigli di viaggio e riflessioni sull’India “vera”, ma racconta anche la ardua e ostinata ricerca della verità sulla lotta di tribù primitive che difendono i loro diritti.

https://maunakeaedizioni.wordpress.com/2024/05/08/in-india-di-raffaella-milandri/

In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi,  Mauna Kea 2019, edizione aggiornata. Un viaggio ai confini del mondo dove la sfida di una donna, sulla rotta per la libertà e la natura selvaggia, non è affrontare lupi o orsi. È l’avventura di portare in valigia i propri demoni e le proprie paure, seguendo le orme di Jack London. Con la consapevolezza che la vita moderna ha affievolito sempre di più la forza e l’istinto atavico di sopravvivenza dell’uomo, rendendolo inerme in una lotta dove i cinque sensi valgono molto di più della ragione. In un viaggio in solitaria di oltre 10.000 chilometri in Alaska, l’autrice percorre i sentieri dei cercatori d’oro, dei pionieri, e dei cacciatori di balene. Lassù, ai confini del mondo, si imbatte in una natura umana forte e gentile,ma tocca con mano i risultati catastrofici del riscaldamento globale e delle crudeltà dell’Uomo Bianco. Un libro intenso che racconta la scoperta dell’Alaska, una “Ultima Frontiera” che contrappone la sicurezza della vita comoda, moderna e consumistica, alla incertezza costante di chi ha scelto la libertà.

https://maunakeaedizioni.wordpress.com/2024/05/08/in-alaska-di-raffaella-milandri/

Liberi di non Comprare. Un invito alla Rivoluzione, Mauna Kea Edizioni, 2019, edizione aggiornata. Il sistema consumistico in Occidente viene spacciato per progresso e civiltà. In realtà, spiega l’autrice, mette a rischio la sopravvivenza di specie animali e vegetali, di popoli indigeni, e del Pianeta stesso. Un vero e proprio flagello per Madre Terra: causa di inquinamento, di sfruttamento del lavoro minorile, di discriminazione sociale e di perdita stessa del significato della vita umana. Rompere la catena del consumo è un atto doppiamente rivoluzionario: da un lato, si cessa di essere complici di politiche ingiuste; dall’altro, comprendendo come buona parte dei nostri bisogni siano in realtà inventati dalle multinazionali del consumo, ci riappropriamo della nostra libertà personale. Un pamphlet in forma di saggio e di biografia, che si avvale di testimonianze degli “ultimi”, e di un linguaggio diretto e scomodo, ma veritiero. Liberi di non Comprare ha ricevuto premi e riconoscimenti importanti.

https://maunakeaedizioni.wordpress.com/2024/05/08/liberi-di-non-comprare-di-raffaella-milandri/

Gli Ultimi Guerrieri. Viaggio nelle Riserve Indiane, Mauna Kea Edizioni, 2019. Prima edizione. Un viaggio affascinante tra gli Ultimi Guerrieri, dalla parte dei Nativi Americani. Un Davide Nativo Americano lotta contro un Golia rappresentato dalla avidità senza fine delle multinazionali.Nello scenario ammaliante dei pow wow, le feste delle riserve indiane in costume tradizionale, l’autrice abbraccia la causa di un popolo che difende la Madre Terra, e lotta per la propria identità, dopo secoli di ingiustizie e sopraffazioni da parte dell'Uomo Bianco. Raffaella Milandri confronta cultura, usanze e cerimonie delle due tribù, i Crow e i Lakota, anticamente nemiche. Viene rapita da una spiritualità profonda a favore dell’ambiente e del Pianeta, e da una cultura all’insegna del rispetto e dell’uguaglianza. Per i Lakota i problemi non sono solo i Trattati mai rispettati dal Governo degli Stati Uniti, che li hanno privati delle terre sacre, le Black Hills; incombono anche oleodotti, miniere di uranio e d'oro che feriscono la Natura e avvelenano l'Uomo. Battaglie senza arco e frecce, ma con tanta determinazione da parte degli Uomini Rossi.

https://maunakeaedizioni.wordpress.com/2024/05/08/gli-ultimi-guerrieri-di-raffaella-milandri/

Lessico Lakota Storia, Spiritualità e Dizionario Italiano-Lakota (con Myriam Blasini) Mauna Kea Edizioni, 2019. Prima edizione. Il primo dizionario Italiano-Lakota, arricchito da storia, riti e tradizioni del famoso popolo Nativo Americano. “Quando il nostro popolo smetterà di parlare Lakota, saremo Wasicu, Uomini Bianchi”, dicono i Lakota. La loro lingua è stata tramandata per tradizione orale ed ha subìto molte trasformazioni a causa della della trasposizione scritta e della contaminazione dall’inglese. In questo dizionario Italiano-Lakota, che contiene anche la traduzione inglese, troviamo un punto di riferimento. Tratto dalla comparazione degli studi di Beuchel, White Hat e altri, l’opera affianca storia e tradizioni del fiero popolo Sioux-Lakota, strenuo e ultimo combattente per la propria identità e per il diritto alle proprie terre sacre, le Black Hills.

https://maunakeaedizioni.wordpress.com/2024/05/08/lessico-lakota-di-raffaella-milandri-e-myriam-blasini/

La mia Tribù. Storie autentiche di Indiani d'America Mauna Kea Edizioni, 2020, edizione aggiornata. Un libro che indaga sul presente e sul passato degli Indiani d’America attraverso una importante ricerca sugli archivi, accompagnata da una inchiesta sul campo. Raffaella Milandri ci racconta qui anche la sua emozionante adozione indiana presso il popolo Crow, nella stessa famiglia di cui fa parte Barack Obama. Storia, cultura e problemi dei Nativi Americani sono il fulcro di questo importante testo che nasce da una ricerca su oltre 5000 pagine di archivi statunitensi, portando alla luce la verità sul rapporto tra Nativi Americani e Governo degli Stati Uniti. Sono svelati leggi e programmi sul come è stato gestito il “problema indiano”, fino alla rivelazione di un piano di sterilizzazione forzata che ha cercato di assegnare l’ultimo colpo letale alle comunità di Nativi Americani. Ricco di approfondimenti e di riferimenti bibliografici, contiene un focus sulla tribù Crow e i motivi che la hanno portata ad affiancarsi a Custer nella battaglia del Little Big Horn.

https://maunakeaedizioni.wordpress.com/2024/05/09/la-mia-tribu-di-raffaella-milandri/

Racconti di Nativi Americani. Old Indian Legends di Zitkala-Sa, (a cura di Raffaella Milandri e Tiziana Totò), Mauna Kea Edizioni, 2021. Prima edizione. Una bellissima raccolta di storie Dakota, testimone dei valori dei nativi americani. Racconti e leggende che l’autrice, Zitkala-Sa, ha raccolto dalla voce della tradizione orale della sua tribù come testimonianza di cultura e identità. Old Indian Legends è una serie di appassionanti racconti della tradizione Dakota di cui sono stati rispettati, nella edizione italiana, lo spirito, il linguaggio e il messaggio. Una preziosa testimonianza culturale, ma anche una lettura affascinante per tutti: Zitkala-Sa usa una scrittura sapiente e, al tempo stesso, poetica e descrittiva. Il personaggio principale è Iktomi, con i suoi trucchi e i suoi inganni, spesso vittima di se stesso; l’ambientazione è il mondo in cui i Nativi Americani e il Popolo degli Animali vivono prima dell’arrivo dell’Uomo Bianco.  Le antiche leggende qui raccontate sono prive della contaminazione culturale occidentale, così come nelle intenzioni della autrice. Zitkala-Sa è una delle prime autrici Native Americane mai pubblicate, e una importante figura di attivista per i diritti del suo popolo. Questa edizione è curata da Raffaella Milandri e tradotta e annotata da Tiziana Totò, ed è la prima edizione integrale tradotta in italiano.

https://maunakeaedizioni.wordpress.com/2024/05/09/racconti-di-nativi-americani-old-indian-legends-di-zitkala-sa/

Lessico Cherokee Storia, Spiritualità e Dizionario Italiano-Cherokee (con Myriam Blasini), Mauna Kea Edizioni, 2021. Prima edizione. Il primo dizionario italiano-cherokee insieme a storia, riti e tradizioni del fiero popolo di nativi americani. I Cherokee, tristemente famosi per aver percorso il Sentiero delle Lacrime: una marcia di deportazione dalle proprie terre in nome della avidità dell’Uomo Bianco. Credendo fino all’ultimo nella giustizia, il popolo dei Cherokee ha fatto appello alle leggi dei Bianchi contro i Bianchi stessi, così perdendo la libertà e le amate terre. Ma attraverso un percorso fiero, oggi le Nazioni Cherokee sono risorte. Il primo dizionario Italiano-Cherokee mai realizzato contiene anche le basi della grammatica e la traduzione inglese: un vero punto di riferimento per una lingua dichiarata dall’Unesco a rischio di estinzione. La prefazione è curata da Oddist Lambrecht, membro della Four Winds Cherokee Tribe, a cui appartiene come membro onorario anche Raffaella Milandri, che ha curato storia e tradizioni del popolo Cherokee. “La nostra lingua non è solo insostituibile, come la vita, ma è davvero un tesoro. Come i nostri anziani”, dicono i Cherokee. Solo grazie a loro, forse, tra un paio di generazioni, esisterà ancora una lingua Cherokee.

https://maunakeaedizioni.wordpress.com/2024/05/09/lessico-cherokee-di-raffaella-milandri-e-myriam-blasini/

Nativi Americani. Guida alle Tribù e Riserve Indiane degli Stati Uniti, Mauna Kea Edizioni, 2021. Prima edizione. La prima guida che offre una panoramica completa e aggiornata della complessità e vastità di culture e di tribù di Nativi Americani degli Stati Uniti, insieme a Alaska e a Hawaii. Un testo, nell’ottica anche di aiutare con il turismo le economie delle Nazioni Indiane,  da consultare per abbracciare la realtà delle tribù e delle riserve, che sono suddivise stato per stato e organizzate per tipologia. Storia, leggi, focus sulle boarding school, sui musei dedicati agli Indiani d’America, sui pow wow, sulle associazioni native. Il lavoro certosino di Raffaella Milandri, studiosa esperta di Nativi Americani, consegna al lettore un portale di accesso a un universo di informazioni storiche, legislative, turistiche e culturali, una guida fondamentale e unica. Indispensabile per chi vuole informarsi, studiare o organizzare un viaggio.

https://maunakeaedizioni.wordpress.com/2024/05/09/nativi-americani-guida-alle-tribu-e-riserve-indiane-degli-stati-uniti-di-raffaella-milandri/

Racconti di Nativi Americani. Plenty Coups, Capo dei Crow. La vita di un grande Indiano, di Frank B. Linderman (a cura di Raffaella Milandri), Mauna Kea Edizioni, 2022. Prima edizione. “Gli uomini bianchi troppo spesso promettevano di fare una cosa e poi, quando agivano, ne facevano un'altra. Non siamo mai stati in grado di capire l'uomo bianco, che inganna solo se stesso”, dice Plenty Coups. Questo libro raccoglie le storie del più straordinario Capo Crow del suo tempo, Plenty Coups, aprendo una visione viva e palpitante sulla vita dei Nativi Americani “quando c’erano ancora i bisonti”. Le parole del Capo indiano sono incredibilmente vivide e dettagliate, e ci trasportano in un mondo lontano nel tempo e nello spazio, di cui proviamo una inspiegabile nostalgia. Forse vorremmo che fosse andata in maniera diversa, che la libertà dei Popoli delle Pianure fosse stata rispettata, e che non avessero dovuto subire quello che invece è stato. Leggendo le storie di Plenty Coups comprenderemo appieno le battaglie dei Crow contro gli antichi nemici Sioux (Lakota) e Cheyenne, la loro scelta di allearsi con gli uomini bianchi, e prenderemo confidenza con la vita quotidiana degli accampamenti indiani, gli appostamenti, le astuzie e strategie di guerra. Plenty Coups ci conduce tra i teepee, nelle cerimonie, sui campi di battaglia, a cavallo, ci fa appostare con lui dietro le rocce in attesa del nemico, con descrizioni minuziose della cultura tradizionale e dei miti del suo Popolo. Una lettura incredibilmente emozionante. Questa edizione è tradotta e annotata da Raffaella Milandri, membro adottivo del popolo Crow.

https://maunakeaedizioni.wordpress.com/2024/05/10/racconti-di-nativi-americani-plenty-coups-capo-dei-crow-la-vita-di-un-grande-indiano-di-frank-b-linderman/

Io e i Pigmei. Cronache di una Donna nella Foresta, Mauna Kea Edizioni 2020, edizione aggiornata. Il sorprendente viaggio in Camerun della autrice, attivista per i diritti umani, alla scoperta dei Pigmei odierni: chi sono e quali sono le straordinarie tradizioni di questa cultura millenaria? Qual è il devastante impatto del “Progresso” su questo popolo pacifico e in profonda armonia con la Natura? Durante un incredibile viaggio, la ardua ricerca della verità porta a raccogliere  testimonianze che sono un appello disperato inviatoci dal Popolo della Foresta. Deforestazione, piantagioni intensive per l’olio di palma,  persino i parchi naturali minacciano la sopravvivenza delle etnie pigmee. L’esperienza della viaggiatrice è un racconto avvincente, commovente e terribilmente vero.

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Racconti di Nativi Americani: Il mio Popolo, i Sioux, di Luther Standing Bear (a cura di Raffaella Milandri), Mauna Kea Edizioni 2022. Prima edizione. In questo grande classico della letteratura nativa americana, Luther Standing Bear, Oglala Lakota, narra la sua mirabile vita e quella del suo popolo, i Sioux-Lakota: Cavallo Pazzo, Toro Seduto e Buffalo Bill sono solo alcuni dei personaggi della storia del West che incrociano la sua strada. Nella sua storia, dalla infanzia indiana spensierata Luther passa giovanissimo alla Carlisle Indian School, dove descrive come gli venga imposto un nome cristiano e insegnato il mestiere di lattoniere; poi racconta di come promuova la educazione occidentale e lo studio della lingua inglese presso la sua gente,  consapevole che sia la unica strada per difendersi dagli uomini bianchi, “più numerosi delle formiche”. Dopo aver eccelso come educatore e commesso, lavora con il Wild West Show di Buffalo Bill, per poi lottare per ottenere la cittadinanza americana e, infine, intraprendere la carriera di attore a Hollywood. Questa edizione è tradotta e annotata da Raffaella Milandri.

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Racconti di Nativi Americani: Infanzia Indiana di Charles A. Eastman (a cura di Raffaella Milandri), Mauna Kea Edizioni 2023. Prima edizione. In questo grande classico della letteratura nativa americana, Charles A. Eastman, Ohiyesa nel suo nome Dakota, racconta la sua felice, pur se difficile, infanzia indiana. Nel narrare la tradizione dei giochi tra ragazzi, delle feste e danze, delle avventure, della caccia al bisonte e diverse leggende, Eastman dipinge un mondo idilliaco esordendo: “Quale ragazzo non vorrebbe essere un Indiano, anche solo per breve tempo, quando pensa alla vita più libera del mondo?”. Consapevole che i tempi sono irrimediabilmente cambiati, come unica via per la sopravvivenza del suo popolo accetta e promuove l’educazione e i modi dell’uomo bianco, pur criticandone lo stile di vita.  Dice, infatti, dei tempi passati: “La felicità e la contentezza regnavano assolute, in un modo che non ho mai osservato tra i bianchi, nemmeno nelle migliori circostanze”. E sottolinea: “Desiderano possedere il mondo intero. Hanno diviso il giorno in ore, come le lune dell'anno. In effetti, misurano tutto. Nessuno di loro lascerebbe andare via anche solo una rapa dal suo campo se non ricevesse il suo pieno valore”. Questa edizione è tradotta e annotata da Raffaella Milandri.

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Racconti di Nativi Americani: Eroi e Grandi Capi Indiani di Charles A. Eastman (a cura di Raffaella Milandri), Mauna Kea Edizioni 2023. Prima edizione. In questa preziosa serie di mirabili ritratti di “Eroi e Grandi Capi Indiani” di Charles Eastman, arricchita da foto originali, si legge tanto orgoglio e fierezza da parte dell’autore nel presentare l’essenza dei Nativi Americani, attraverso i valori che hanno animato questi Grandi Capi e le loro gesta. Certo, non tutti sono stati eroi immacolati, basti pensare al personaggio controverso di Hole in the Day; ma la maggioranza di queste figure storiche native offre vite e comportamenti esemplari, in quella che è stata la drammatica lotta per la sopravvivenza del loro popolo nel periodo più buio. Finalmente i Grandi Capi Indiani raccontati da un Indiano: Eastman, Dakota egli stesso, ha incontrato diversi di essi in prima persona, e ha raccolto le loro storie e quelle di chi li ha conosciuti. Questa edizione è tradotta e annotata da Raffaella Milandri.

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Le scuole residenziali indiane.Le tombe senza nome e le scuse di Papa Francesco di Raffaella Milandri, Mauna Kea Edizioni 2023. Prima edizione. Alla fine di maggio del 2021 una ondata mediatica, presto propagatasi a livello mondiale, annunciava i ritrovamenti di tombe senza nome di studenti nativi di scuole residenziali indiane in Canada. Erano così messi sotto accusa pubblicamente il sistema dei collegi indiani, diffuso in Nord America dalla seconda metà dell’Ottocento fino alla fine del Novecento, le Chiese che hanno gestito tali scuole, finanziate a livello governativo, tra cui quella cattolica che è stata predominante, e il Governo canadese. L’opera va ad analizzare le origini e la diffusione del sistema educativo di assimilazione e cristianizzazione rivolto ai Nativi Americani e Canadesi, i vari – e tragici – report governativi e le testimonianze che ne hanno denunciato i metodi disciplinari a partire dai primi del Novecento, e poi le pressioni esercitate sul Papa perché si “scusasse” con i Nativi a nome della Chiesa cattolica per gli abusi e le violenze perpetrati in tali scuole. Un'opera che punta i riflettori sui gravosi problemi dei diritti umani dei Popoli Indigeni e sulle responsabilità del colonialismo.

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Racconti di Nativi Americani: La Terra dell’Aquila Maculata di Luther Standing Bear (a cura di Raffaella Milandri), Mauna Kea Edizioni 2023. Prima edizione. La Terra dell’Aquila Maculata racconta nel dettaglio e con passione la vita dei Lakota. Luther Standing Bear, Sicangu e Oglala Lakota, descrive le usanze e le tradizioni dei Lakota, parla dell’organizzazione sociale e politica, della famiglia e della religione, e narra ricordi e aneddoti personali. È un’opera provocatoria e polemica, che testimonia quanto lo spirito dell’autore fosse disilluso e amareggiato nei confronti delle politiche del Governo statunitense verso i Nativi Americani. Standing Bear scava a fondo nel pozzo della sua memoria, cercando di portare alla luce ogni preziosa goccia di informazione sul suo popolo. Un grande classico della letteratura nativa americana, tradotto per la prima volta in italiano e annotato da Raffaella Milandri.

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Racconti di Nativi Americani: I cinque di mezzo. Ragazzi indiani a scuola di Francis La Flesche (a cura di Raffaella Milandri), Mauna Kea Edizioni 2024. Prima edizione. Nella sua prima edizione in italiano, The Middle Five, “I Cinque di Mezzo”, è considerato un classico della letteratura dei Nativi Americani, uno dei libri più apprezzati come autentica fonte di informazione sulla cultura indiana, e che possono essere raccomandati a tutti i lettori anche giovani, come utile correttivo all’immagine spesso distorta della vita indiana che si vede nei film, nei fumetti e in televisione. È un racconto semplice e toccante di giovani ragazzi indiani a metà strada tra due culture, riluttanti ad abbandonare le abitudini dei loro padri, e perplessi e a disagio nel loro nuovo ruolo di “uomini bianchi per finta”.

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Gli Indiani d'America e la loro musica di Frances Densmore (a cura di Raffaella Milandri), Mauna Kea Edizioni 2024. Prima edizione. La musica dei Nativi Americani è una delle massime espressioni della loro cultura, e proprio per questo molto diversa dalla nostra: nella struttura, nel canto, nello scopo e nel significato. The American Indian And Their Music, in italiano “Gli Indiani d’America e la loro musica ”, è la ricerca appassionata di Frances Densmore che, oltre cento anni fa, iniziò a girare di tribù in tribù per registrare, grazie al fonografo, i loro canti e per descrivere dettagliatamente i loro usi e le cerimonie prima che essi fossero irrimediabilmente cambiati dall’influsso occidentale. Ci restituisce suoni (grazie alle partiture contenute nel testo) e immagini (grazie alle descrizioni e alle foto originali) dell’epoca, in un testo prezioso e imperdibile per appassionati di musica, di Nativi Americani e di etnomusicologia. Un vero e proprio viaggio nel tempo, tra gli Indiani d’America di tanti anni fa. La accurata traduzione, ricca di note esplicative, è a cura di Raffaella Milandri. Prima edizione in italiano.

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martedì 30 luglio 2024

Nativi Americani ieri e oggi. Raffaella Milandri dedica una serie di video su youtube ai Nativi Americani

"Poca informazione di qualità sui Nativi Americani. Occorre correre ai ripari" dice la Milandri. Raffaella Milandri è esperta su storia e attualità dei Nativi Americani. Laureata in Antropologia, da circa 15 anni tiene conferenze e scrive libri per divulgare una cultura, spiega "cruciale per comprendere il nostro mondo occidentale, ma soprattutto per apprendere i principi di una realtà umana e sociale che ha molto da insegnarci". Continua la Milandri: "Nonostante siano tanti gli estimatori di questo fiero popolo, molti credono addirittura che siano quasi estinti o che vivano ancora nei teepee. Ho scritto molte opere su di loro, sia racconti di viaggio che saggi, ma la maggior parte del pubblico rimane ancorata a una idea romantica degli Indiani d'America, come se facessero parte del passato e non fossero, come invece sono, una comunità pulsante e ricca di input positivi". A questo scopo, Raffaella Milandri ha iniziato nel mese di luglio 2023 una serie di puntate video sui Nativi Americani, dove parlerà su youtube di quanti sono, come vivono, quali sono le leggi che regolano le riserve indiane, cosa è il blood quantum, e tanto altro ancora. "Gli stessi appassionati dei Nativi Americani rimangono ancorati a testi e informazioni non più attuali, e poichè i miei libri non riescono a raggiungere tutti, ho ritenuto che una serie di video, della durata di circa venti minuti e corredati da immagini, possa essere l'ideale per divulgare tante informazioni", afferma Raffaella Milandri. "Vedremo se le visualizzazioni saranno numerose e se il pubblico risponde bene. Certo, un programma televisivo sarebbe una occasione bellissima, ma in Italia le 'culture altre' forse non affascinano quanto la cultura trash e consumistica dilagante". Una bella scommessa, quindi. Staremo a vedere i risultati. Il canale youtube di Raffaella Milandri è a questo indirizzo: https://www.youtube.com/@raffaella.milandri ed ecco il link della prima puntata de Nativi Americani ieri e oggi "Quanti sono oggi i Nativi Americani":

lunedì 17 giugno 2024

“Liberi di non comprare”, libro di Raffaella Milandri

Liberi di non comprare. Un invito alla Rivoluzione di Raffaella Milandri



Liberi di non comprare. Un invito alla Rivoluzione di Raffaella Milandri
La opera della Milandri, scrittrice, giornalista e attivista per i diritti umani, si incentra su tematiche dell’anticonsumismo e dell’ambientalismo, sempre con un richiamo ai Popoli Indigeni, leif motiv della attività della scrittrice. Il libro contiene contributi di Renzo Paris, uno dei maggiori autori viventi della letteratura italiana del ‘900, di Francesco Barbagallo, Professore Emerito di Storia alla Federico II di Napoli, la testimonianza di Bruno Bozzetto, quella di Sabrina di Pescara del Tronto, sopravvissuta al recente terremoto del Centro Italia, e numerosi interventi di esponenti dei popoli indigeni come Inuit, Boscimani, Aborigeni. Dice Raffaella Milandri:Avverto una urgenza di divulgazione per il mio nuovo libro, dobbiamo cessare di essere consumatori e ridiventare persone. Per non essere più denaro, o ciò che abbiamo, ma per essere di nuovo uomini”.  Commenta Americo Marconi: “Un libro scomodo ma delicato che entra in punta di piedi nella coscienza e pone profondi interrogativi”.  Questo della Milandri,  è il quinto di dieci libri: "Scrivere è impegnativo, considerato che ho un lavoro principale, dirigo la casa editrice Mauna Kea e sono molto presa con le attività della Omnibus Omnes, di cui sono Presidente. Ma credo di essere nata per questo: per scrivere. E divulgare tematiche sui diritti dell’Uomo e dei Popoli Indigeni”.

"In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi"

"In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi" di Raffaella Milandri


E' in libreria il libro di Raffaella Milandri: “In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi.” Dice la autrice, giornalista, viaggiatrice in solitaria e attivista per i diritti umani dei popoli indigeni: "I miei libri hanno un filo comune: la narrazione di un mio avventuroso viaggio in solitaria, la storia di un popolo indigeno da salvare,  e il racconto dell’ incredibile abisso che separa ormai l’uomo “globalizzato” dalla natura e dalla essenza stessa dell’essere umano. Siamo vittime di una alienazione, di uno sradicamento straziante da noi stessi, causato in primis dalle necessità economiche e finanziarie di chi governa il mondo". 
Un viaggio ai confini del mondo dove la sfida di una donna, sulla rotta per la libertà e la natura selvaggia, non è affrontare lupi o orsi. E’ l’avventura di portare in valigia i propri demoni e le proprie paure, seguendo le orme di Jack London. Con la consapevolezza che la vita moderna ha affievolito sempre di più la forza e l’istinto atavico di sopravvivenza dell’uomo, rendendolo inerme in una lotta dove i cinque sensi valgono molto di più della ragione.
In un viaggio in solitaria di oltre 10.000 chilometri in Alaska, l’autrice -fotografa, scrittrice e attivista per i diritti umani- percorre  i sentieri dei cercatori d’oro, dei pionieri, e dei cacciatori di balene. Lassù, ai confini del mondo, si imbatte in una natura umana forte e gentile, ma tocca con mano i risultati catastrofici del riscaldamento globale e delle crudeltà dell’Uomo Bianco. Le sue esperienze più intense sono oltre il Circolo Polare Artico, dove la solitudine tocca le vette più alte e il silenzio bianco regna sovrano. Sarà il capitano Roy, del popolo Inupiaq, ad aprirle le porte alle tradizioni antiche della sua gente, ma anche a rivelarle la dura realtà di un mondo senza scrupoli in lotta per il petrolio e per il denaro; un mondo dove l’orso polare-il gigante gentile dell’Artico- è tra le prime vittime di cambiamenti irreversibili.
Un libro intenso che racconta la scoperta dell’Alaska, una “Ultima Frontiera” che contrappone la sicurezza della vita comoda, moderna e consumistica, alla  incertezza costante di chi ha scelto la libertà. R


L’autrice
 Non è semplice descrivere Raffaella Milandri e le sue attività: è un personaggio poliedrico e improntato ad una schiettezza e a una chiarezza di intenti non comuni. Con i suoi oltre dieci libri pubblicati in tredici anni, i suoi viaggi in solitaria in ogni angolo di mondo, le sue foto che sembrano voler catturare l’anima dei soggetti, spesso membri di tribù indigene poco conosciute, e i suoi scritti in cui le sue parole dipingono popoli, è una donna che innesca naturalmente la curiosità di chi ha una ampia apertura mentale. Ha rischiato molte volte la vita, anche a causa delle sue inchieste per i diritti umani, e dice: “Viaggiare non vuol dire visitare luoghi, ma percepire l’animo dei popoli”.

Biografia

Scrittrice, giornalista, editore e fotografa, Raffaella Milandri, attivista per i diritti umani dei Popoli Indigeni, è studiosa dei Popoli Indigeni e in particolare dei Nativi Americani e laureata in Antropologia. È membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e membro adottivo della tribù Crow in Montana. Fondatrice del Gruppo Editoriale Mauna. Presidente della associazione Omnibus Omnes Onlus, patrocinata dalla UNRIC Italia (ONU Italia). Attualmente è una dei massimi esperti italiani sui Nativi Americani, storia e attualità. Attualmente si sta dedicando alla opera di recupero di opere di autori nativi americani, traducendo e curando diversi libri.

Cura una serie di video tematici su youtube, “Nativi Americani ieri e oggi”  (qui link alla playlist), una rubrica radiofonica su Radio Talpa, “Nativi Americani ieri e oggi”, dedicata anche alla musica nativa americana (qui link alla playlist )  e una rubrica giornalistica, “Nativi”, su L’Antidiplomatico (qui link alla lista di articoli), oltre ad aver curato articoli per Focus Storia, Far West Gazette e, in passato, per il Corriere della Sera.

Come viaggiatrice solitaria è stata accolta da tribù nei più remoti angoli di mondo. Ha dichiarato: “Sono molto fiera di essere membro adottivo della famiglia Black Eagle dei Crow, tribù di Nativi Americani del Montana. E altrettanto fiera del mio nome in lingua originale, Baa Kuuxsheesh, che ha segnato una nuova tappa della mia vita e che significa ‘Aiuta gli altri’. Vorrei ricordarlo e dirlo sempre ad alta voce. La fratellanza è sacra. Un grande onore anche la adozione presso il popolo indigeno dei San, Boscimani del Kalahari. Il mio nome per loro è Nxuwa, che deriva da un tubero che il popolo boscimane porta con sé nel deserto per combattere la sete, la fame e la stanchezza”. 

Raffaella Milandri si dedica alla scrittura, alla fotografia e ai reportage intesi come strumento di sensibilizzazione e divulgazione sul tema dei diritti umani e delle problematiche sociali, attraverso campagne di informazione, appelli, petizioni e conferenze. Varie le partecipazioni televisive e radiofoniche, numerosi gli articoli sui suoi viaggi, su quotidiani e riviste. Si impegna in campagne informative sul turismo responsabile nei Paesi in via di sviluppo. Tra le mete dei suoi viaggi, in solitaria e spesso in fuoristrada, ricordiamo la Papua Nuova Guinea, l’Alaska, il deserto del Kalahari, il Tibet, il Kimberly in Australia. Tra i Popoli Indigeni oggetto delle sue campagne per i diritti umani, i Nativi Americani, i Pigmei Bakà, i Boscimani, gli Adivasi dell’Orissa. Ha affermato: “Avverto una incredibile urgenza nel mio viaggiare e divulgare, per documentare le discriminazioni dei diritti umani. La globalizzazione avanza a passi rapidi, ma spesso non porta con sé il Progresso positivo, anzi accelera il processo di estinzione di popoli che da decine di migliaia di anni vivono nelle stesse terre, legati alle loro tradizioni e culture, uniche e irripetibili”.