martedì 30 luglio 2024

Nativi Americani ieri e oggi. Raffaella Milandri dedica una serie di video su youtube ai Nativi Americani

"Poca informazione di qualità sui Nativi Americani. Occorre correre ai ripari" dice la Milandri. Raffaella Milandri è esperta su storia e attualità dei Nativi Americani. Laureata in Antropologia, da circa 15 anni tiene conferenze e scrive libri per divulgare una cultura, spiega "cruciale per comprendere il nostro mondo occidentale, ma soprattutto per apprendere i principi di una realtà umana e sociale che ha molto da insegnarci". Continua la Milandri: "Nonostante siano tanti gli estimatori di questo fiero popolo, molti credono addirittura che siano quasi estinti o che vivano ancora nei teepee. Ho scritto molte opere su di loro, sia racconti di viaggio che saggi, ma la maggior parte del pubblico rimane ancorata a una idea romantica degli Indiani d'America, come se facessero parte del passato e non fossero, come invece sono, una comunità pulsante e ricca di input positivi". A questo scopo, Raffaella Milandri ha iniziato nel mese di luglio 2023 una serie di puntate video sui Nativi Americani, dove parlerà su youtube di quanti sono, come vivono, quali sono le leggi che regolano le riserve indiane, cosa è il blood quantum, e tanto altro ancora. "Gli stessi appassionati dei Nativi Americani rimangono ancorati a testi e informazioni non più attuali, e poichè i miei libri non riescono a raggiungere tutti, ho ritenuto che una serie di video, della durata di circa venti minuti e corredati da immagini, possa essere l'ideale per divulgare tante informazioni", afferma Raffaella Milandri. "Vedremo se le visualizzazioni saranno numerose e se il pubblico risponde bene. Certo, un programma televisivo sarebbe una occasione bellissima, ma in Italia le 'culture altre' forse non affascinano quanto la cultura trash e consumistica dilagante". Una bella scommessa, quindi. Staremo a vedere i risultati. Il canale youtube di Raffaella Milandri è a questo indirizzo: https://www.youtube.com/@raffaella.milandri ed ecco il link della prima puntata de Nativi Americani ieri e oggi "Quanti sono oggi i Nativi Americani":

lunedì 17 giugno 2024

“Liberi di non comprare”, libro di Raffaella Milandri

Liberi di non comprare. Un invito alla Rivoluzione di Raffaella Milandri



Liberi di non comprare. Un invito alla Rivoluzione di Raffaella Milandri
La opera della Milandri, scrittrice, giornalista e attivista per i diritti umani, si incentra su tematiche dell’anticonsumismo e dell’ambientalismo, sempre con un richiamo ai Popoli Indigeni, leif motiv della attività della scrittrice. Il libro contiene contributi di Renzo Paris, uno dei maggiori autori viventi della letteratura italiana del ‘900, di Francesco Barbagallo, Professore Emerito di Storia alla Federico II di Napoli, la testimonianza di Bruno Bozzetto, quella di Sabrina di Pescara del Tronto, sopravvissuta al recente terremoto del Centro Italia, e numerosi interventi di esponenti dei popoli indigeni come Inuit, Boscimani, Aborigeni. Dice Raffaella Milandri:Avverto una urgenza di divulgazione per il mio nuovo libro, dobbiamo cessare di essere consumatori e ridiventare persone. Per non essere più denaro, o ciò che abbiamo, ma per essere di nuovo uomini”.  Commenta Americo Marconi: “Un libro scomodo ma delicato che entra in punta di piedi nella coscienza e pone profondi interrogativi”.  Questo della Milandri,  è il quinto di dieci libri: "Scrivere è impegnativo, considerato che ho un lavoro principale, dirigo la casa editrice Mauna Kea e sono molto presa con le attività della Omnibus Omnes, di cui sono Presidente. Ma credo di essere nata per questo: per scrivere. E divulgare tematiche sui diritti dell’Uomo e dei Popoli Indigeni”.

"In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi"

"In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi" di Raffaella Milandri


E' in libreria il libro di Raffaella Milandri: “In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi.” Dice la autrice, giornalista, viaggiatrice in solitaria e attivista per i diritti umani dei popoli indigeni: "I miei libri hanno un filo comune: la narrazione di un mio avventuroso viaggio in solitaria, la storia di un popolo indigeno da salvare,  e il racconto dell’ incredibile abisso che separa ormai l’uomo “globalizzato” dalla natura e dalla essenza stessa dell’essere umano. Siamo vittime di una alienazione, di uno sradicamento straziante da noi stessi, causato in primis dalle necessità economiche e finanziarie di chi governa il mondo". 
Un viaggio ai confini del mondo dove la sfida di una donna, sulla rotta per la libertà e la natura selvaggia, non è affrontare lupi o orsi. E’ l’avventura di portare in valigia i propri demoni e le proprie paure, seguendo le orme di Jack London. Con la consapevolezza che la vita moderna ha affievolito sempre di più la forza e l’istinto atavico di sopravvivenza dell’uomo, rendendolo inerme in una lotta dove i cinque sensi valgono molto di più della ragione.
In un viaggio in solitaria di oltre 10.000 chilometri in Alaska, l’autrice -fotografa, scrittrice e attivista per i diritti umani- percorre  i sentieri dei cercatori d’oro, dei pionieri, e dei cacciatori di balene. Lassù, ai confini del mondo, si imbatte in una natura umana forte e gentile, ma tocca con mano i risultati catastrofici del riscaldamento globale e delle crudeltà dell’Uomo Bianco. Le sue esperienze più intense sono oltre il Circolo Polare Artico, dove la solitudine tocca le vette più alte e il silenzio bianco regna sovrano. Sarà il capitano Roy, del popolo Inupiaq, ad aprirle le porte alle tradizioni antiche della sua gente, ma anche a rivelarle la dura realtà di un mondo senza scrupoli in lotta per il petrolio e per il denaro; un mondo dove l’orso polare-il gigante gentile dell’Artico- è tra le prime vittime di cambiamenti irreversibili.
Un libro intenso che racconta la scoperta dell’Alaska, una “Ultima Frontiera” che contrappone la sicurezza della vita comoda, moderna e consumistica, alla  incertezza costante di chi ha scelto la libertà. R


L’autrice
 Non è semplice descrivere Raffaella Milandri e le sue attività: è un personaggio poliedrico e improntato ad una schiettezza e a una chiarezza di intenti non comuni. Con i suoi oltre dieci libri pubblicati in tredici anni, i suoi viaggi in solitaria in ogni angolo di mondo, le sue foto che sembrano voler catturare l’anima dei soggetti, spesso membri di tribù indigene poco conosciute, e i suoi scritti in cui le sue parole dipingono popoli, è una donna che innesca naturalmente la curiosità di chi ha una ampia apertura mentale. Ha rischiato molte volte la vita, anche a causa delle sue inchieste per i diritti umani, e dice: “Viaggiare non vuol dire visitare luoghi, ma percepire l’animo dei popoli”.

Biografia

Scrittrice, giornalista, editore e fotografa, Raffaella Milandri, attivista per i diritti umani dei Popoli Indigeni, è studiosa dei Popoli Indigeni e in particolare dei Nativi Americani e laureata in Antropologia. È membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e membro adottivo della tribù Crow in Montana. Fondatrice del Gruppo Editoriale Mauna. Presidente della associazione Omnibus Omnes Onlus, patrocinata dalla UNRIC Italia (ONU Italia). Attualmente è una dei massimi esperti italiani sui Nativi Americani, storia e attualità. Attualmente si sta dedicando alla opera di recupero di opere di autori nativi americani, traducendo e curando diversi libri.

Cura una serie di video tematici su youtube, “Nativi Americani ieri e oggi”  (qui link alla playlist), una rubrica radiofonica su Radio Talpa, “Nativi Americani ieri e oggi”, dedicata anche alla musica nativa americana (qui link alla playlist )  e una rubrica giornalistica, “Nativi”, su L’Antidiplomatico (qui link alla lista di articoli), oltre ad aver curato articoli per Focus Storia, Far West Gazette e, in passato, per il Corriere della Sera.

Come viaggiatrice solitaria è stata accolta da tribù nei più remoti angoli di mondo. Ha dichiarato: “Sono molto fiera di essere membro adottivo della famiglia Black Eagle dei Crow, tribù di Nativi Americani del Montana. E altrettanto fiera del mio nome in lingua originale, Baa Kuuxsheesh, che ha segnato una nuova tappa della mia vita e che significa ‘Aiuta gli altri’. Vorrei ricordarlo e dirlo sempre ad alta voce. La fratellanza è sacra. Un grande onore anche la adozione presso il popolo indigeno dei San, Boscimani del Kalahari. Il mio nome per loro è Nxuwa, che deriva da un tubero che il popolo boscimane porta con sé nel deserto per combattere la sete, la fame e la stanchezza”. 

Raffaella Milandri si dedica alla scrittura, alla fotografia e ai reportage intesi come strumento di sensibilizzazione e divulgazione sul tema dei diritti umani e delle problematiche sociali, attraverso campagne di informazione, appelli, petizioni e conferenze. Varie le partecipazioni televisive e radiofoniche, numerosi gli articoli sui suoi viaggi, su quotidiani e riviste. Si impegna in campagne informative sul turismo responsabile nei Paesi in via di sviluppo. Tra le mete dei suoi viaggi, in solitaria e spesso in fuoristrada, ricordiamo la Papua Nuova Guinea, l’Alaska, il deserto del Kalahari, il Tibet, il Kimberly in Australia. Tra i Popoli Indigeni oggetto delle sue campagne per i diritti umani, i Nativi Americani, i Pigmei Bakà, i Boscimani, gli Adivasi dell’Orissa. Ha affermato: “Avverto una incredibile urgenza nel mio viaggiare e divulgare, per documentare le discriminazioni dei diritti umani. La globalizzazione avanza a passi rapidi, ma spesso non porta con sé il Progresso positivo, anzi accelera il processo di estinzione di popoli che da decine di migliaia di anni vivono nelle stesse terre, legati alle loro tradizioni e culture, uniche e irripetibili”.

domenica 16 giugno 2024

"Sorella adottiva" di Obama: Raffaella Milandri lo racconta in "La mia Tribù. Storie autentiche di Indiani d'America"

Raffaella Milandri durante la sua adozione

"La mia Tribù: storie autentiche di Indiani d'America" (edito da Mauna Kea Edizioni, 2019, seconda edizione) di Raffaella Milandri è ricco di bellissime immagini e di incredibili storie. "Il sentimento dominante nel libro è il senso di colpa per il peccato di essere bianchi" dice l'autrice. E' il racconto di due viaggi, uno nel passato e uno nel presente. Il viaggio nel passato, attraverso gli archivi del BIA (Bureau of Indian Affairs ) e della tribù Crow, è la storia della cospirazione del Governo degli Stati Uniti contro gli Indiani, nei due ultimi secoli. Dal Dawes Act, alla Legge dei Quarti di Sangue, alla sterilizzazione forzata delle donne Native Americane negli anni '70, raccontata da testimoni viventi. Le lettere degli agenti indiani bianchi che gestirono la riserva Crow rivelano la loro corruzione, il loro razzismo e le loro opinioni sul "problema indiano".
Il viaggio nel presente è quello dell'autrice: attraverso cerimonie, rituali e amicizie profonde, Raffaella Milandri viene adottata nella stessa famiglia Crow dove il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama fu adottato nel 2008. Ha modo di scoprire i grandi problemi di oggi nelle riserve indiane: suicidi, alcolismo, disoccupazione ma anche "perchè nelle riserve non ci sono banche nè Mac Donalds". Il libro raccoglie anche leggende, tradizioni e folklore dei Nativi Americani.   



L'autrice

Non è semplice descrivere Raffaella Milandri e le sue attività: è un personaggio poliedrico e improntato ad una schiettezza e a una chiarezza di intenti non comuni. Con i suoi oltre dieci libri pubblicati in tredici anni, i suoi viaggi in solitaria in ogni angolo di mondo, le sue foto che sembrano voler catturare l’anima dei soggetti, spesso membri di tribù indigene poco conosciute, e i suoi scritti in cui le sue parole dipingono popoli, è una donna che innesca naturalmente la curiosità di chi ha una ampia apertura mentale. Ha rischiato molte volte la vita, anche a causa delle sue inchieste per i diritti umani, e dice: “Viaggiare non vuol dire visitare luoghi, ma percepire l’animo dei popoli”.

Biografia

Scrittrice, giornalista, editore e fotografa, Raffaella Milandri, attivista per i diritti umani dei Popoli Indigeni, è studiosa dei Popoli Indigeni e in particolare dei Nativi Americani e laureata in Antropologia. È membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e membro adottivo della tribù Crow in Montana. Fondatrice del Gruppo Editoriale Mauna. Presidente della associazione Omnibus Omnes Onlus, patrocinata dalla UNRIC Italia (ONU Italia). Attualmente è una dei massimi esperti italiani sui Nativi Americani, storia e attualità. Attualmente si sta dedicando alla opera di recupero di opere di autori nativi americani, traducendo e curando diversi libri.

Cura una serie di video tematici su youtube, “Nativi Americani ieri e oggi”  (qui link alla playlist), una rubrica radiofonica su Radio Talpa, “Nativi Americani ieri e oggi”, dedicata anche alla musica nativa americana (qui link alla playlist )  e una rubrica giornalistica, “Nativi”, su L’Antidiplomatico (qui link alla lista di articoli), oltre ad aver curato articoli per Focus Storia, Far West Gazette e, in passato, per il Corriere della Sera.

Come viaggiatrice solitaria è stata accolta da tribù nei più remoti angoli di mondo. Ha dichiarato: “Sono molto fiera di essere membro adottivo della famiglia Black Eagle dei Crow, tribù di Nativi Americani del Montana. E altrettanto fiera del mio nome in lingua originale, Baa Kuuxsheesh, che ha segnato una nuova tappa della mia vita e che significa ‘Aiuta gli altri’. Vorrei ricordarlo e dirlo sempre ad alta voce. La fratellanza è sacra. Un grande onore anche la adozione presso il popolo indigeno dei San, Boscimani del Kalahari. Il mio nome per loro è Nxuwa, che deriva da un tubero che il popolo boscimane porta con sé nel deserto per combattere la sete, la fame e la stanchezza”. 

Raffaella Milandri si dedica alla scrittura, alla fotografia e ai reportage intesi come strumento di sensibilizzazione e divulgazione sul tema dei diritti umani e delle problematiche sociali, attraverso campagne di informazione, appelli, petizioni e conferenze. Varie le partecipazioni televisive e radiofoniche, numerosi gli articoli sui suoi viaggi, su quotidiani e riviste. Si impegna in campagne informative sul turismo responsabile nei Paesi in via di sviluppo. Tra le mete dei suoi viaggi, in solitaria e spesso in fuoristrada, ricordiamo la Papua Nuova Guinea, l’Alaska, il deserto del Kalahari, il Tibet, il Kimberly in Australia. Tra i Popoli Indigeni oggetto delle sue campagne per i diritti umani, i Nativi Americani, i Pigmei Bakà, i Boscimani, gli Adivasi dell’Orissa. Ha affermato: “Avverto una incredibile urgenza nel mio viaggiare e divulgare, per documentare le discriminazioni dei diritti umani. La globalizzazione avanza a passi rapidi, ma spesso non porta con sé il Progresso positivo, anzi accelera il processo di estinzione di popoli che da decine di migliaia di anni vivono nelle stesse terre, legati alle loro tradizioni e culture, uniche e irripetibili”.

Le chiediamo il perchè del suo smisurato amore per i Popoli indigeni. "Tutto è iniziato quando ero bambina e leggevo i fumetti di Tex Willer,  dalla parte degli Indiani.
Tra l'altro ho avuto la fortuna di avere una amicizia proprio con il compianto editore di Tex, Zagor, Mister No: Sergio Bonelli, da cui ho appreso lo spirito per l'avventura, ma anche il senso di responsabilità di essere cittadina del mondo e la volontà di lottare contro le ingiustizie. I miei contatti con queste popolazioni ai confini del mondo mi hanno arricchito tantissimo,  loro sì che hanno lo spirito e le caratteristiche dell'Uomo, e hanno una nobiltà che ancora il denaro e l'avidità occidentale non sono riusciti ad intaccare.
Gli Italiani di un tempo, come potevano essere i miei nonni e bisnonni, semplici, onesti e limpidi, rispecchiano tantissimo l'animo puro dei popoli indigeni. Vanno protetti e salvati, come ultimo patrimonio dell'Umanità." 

martedì 11 giugno 2024

Appello per i Popoli Indigeni di Raffaella Milandri




Sono viaggiatrice solitaria, scrittrice e fotografa umanitaria . E sono attivista per i diritti umani dei popoli indigeni. Sono un cane sciolto, non mi sono legata finora a istituzioni, partiti o ONG. Ho deciso di usare le mie foto e i miei libri come strumento di comunicazione per denunciare le violazioni dei diritti umani e sensibilizzare l'opinione pubblica ai problemi dei popoli indigeni. Sento una grande urgenza nel mio viaggiare e raccogliere foto e testimonianze da diffondere, perchè oggi l'informazione può fare la differenza e salvare delle vite. Nel caso dei popoli indigeni, l'informazione può salvarli dall'estinzione e dal genocidio causati dallo sfruttamento senza scrupoli delle loro terre. Oggi la diversità etnica e culturale deve essere vista come un Patrimonio da difendere. Un Patrimonio straordinario di tutti noi che deve essere mantenuto e trasmesso alle nostre generazioni future. Pigmei, boscimani, indiani d'America, aborigeni, indios e mille tribù sono nostri fratelli che hanno nei secoli scelto una vita diversa dalla nostra: a contatto con la Natura, in sintonia con la flora e la fauna, al ritmo della Madre Terra. Supremi guardiani di ecosistemi. La nostra civiltà occidentale sta cercando di spezzare le ultime resistenze e per la sua avidità di risorse naturali sta mettendo a rischio di estinzione questi Popoli, che ogni giorno svolgono una battaglia silenziosa per la sopravvivenza: una battaglia pacifica di popoli che in molti casi non hanno accesso ai comuni mezzi di comunicazione, che non possono "twittare" o scrivere su Facebook. I popoli indigeni nuotano affannosamente, per non affogare nell'abisso dell'estinzione; ma i media troppo spesso li ignorano. O danno spazio solo ad esibizioni che ricordano il vecchio, tristissimo Wild West Show, dove i Nativi Americani si esibivano in qualità di selvaggi e di “diversi” senza dare davvero spazio alla loro cultura e dignità. Ho visitato remoti villaggi in Africa, Asia, America e Oceania. Sono stata sempre accolta come sorella anche nei villaggi più remoti, e mi hanno affidato testimonianze importanti, appelli vitali per la sopravvivenza. Mi sento responsabile di verità che non vanno taciute. E poiché il “Progresso” avanza a passi da gigante, soprattutto in senso negativo, non ho molto tempo. Chiedo aiuto per i diritti umani e per la salvezza degli Ultimi Uomini Liberi.

Non vogliamo che questi popoli diventino un giorno solo protagonisti di una favola per bambini:
"C'era una volta il Popolo dei Pigmei, nella foresta..." oppure "C'era una volta il Popolo dei Tibetani, sull'Himalaya...". Sarebbe una favola reale e crudele: popoli uccisi da altri uomini in nome
del Dio Denaro.
Il patrimonio culturale, gli usi e le tradizioni, la religione, la lingua di questi popoli sono Patrimonio dell'Umanità e di tutti noi. I Popoli Indigeni sono in pericolo e a serio rischio di estinzione : a causa dello sfruttamento delle loro terre ancestrali e risorse , senza alcuna morale o scrupolo, i loro diritti umani sono stati violati continuamente, nei secoli passati e ai giorni nostri. Inoltre , sono vittime di un turismo dissennato e irresponsabile che li sfrutta senza dare nulla in cambio, tranne la violazione del diritto di essere rispettati nella loro terra madre.
La pace e la salvaguardia del nostro Pianeta possono essere assicurati solo attraverso il riconoscimento universale di tutti i diritti umani e dell’autodeterminazione di ogni Popolo e razza. Riconoscere i loro diritti costituisce un doveroso e giusto atto di solidarietà verso i diritti fondamentali di questi Popoli, e porterà ai popoli indigeni una visibilità concreta e immediata, sensibilizzando l' opinione pubblica mondiale ai loro seri problemi , oltre a sensibilizzare i Paesi dove vivono i Popoli Indigeni.
Ritengo che si debba prendere spunto, a livello europeo, per :
  1. La applicazione di un monitoraggio dell’impatto commerciale, sociale, culturale e ambientale delle aziende europee che operano nelle aree abitate da popoli indigeni( e cito ad esempio la interrogazione parlamentare del 21 giugno 2011 Colombia-UE
  1. Un monitoraggio dell’impatto turistico causato da flussi europei nelle zone abitate da popoli indigeni, talvolta estremamente dannoso a livello culturale senza peraltro portare benefici economici alle popolazioni bensì solo agli operatori turistici che sfruttano il folklore locale senza scrupoli
  2. Un monitoraggio delle manifestazioni ed eventi organizzati in Europa dove si richiedano interventi ed esibizioni di popoli indigeni in condizioni di povertà. Essi vengono spesso sfruttati senza percepire ricompense adeguate, violentati culturalmente per poi tornare alla loro miseria. In questo senso andrebbero anche sensibilizzate le ambasciate europee in loco (Camerun, Botswana, e America del Sud in particolare) per evitare un traffico di “danzatori “ e “suonatori” che, come dicevo, ricordano il Wild West Show dell’Ottocento.