martedì 11 settembre 2018

La scrittrice dei Popoli Indigeni

Foto di Raffaella Milandri al Wacipi della Rosebud Sioux Tribe



Ha al suo attivo cinque libri, l’ultimo uscito a luglio 2018, dove Raffaella Milandri promuove la cultura, l’identità e i diritti umani dei Popoli Indigeni. Libri dove raccoglie testimonianze, spesso drammatiche, che esponenti dei Popoli Indigeni, dagli Inuit ai Pigmei, dai Nativi Americani agli Adivasi, le hanno affidato con fiducia perchè le loro voci fossero ascoltate. Viaggiando in solitaria, spesso in fuoristrada, fino ad angoli remoti del nostro Pianeta, la Milandri ha raccolto filmati, interviste, foto e appelli di questi Popoli che vivono ai margini del “Progresso”, i cui microcosmi sociali e culturali rappresentano invece esempi preziosi di convivenza pacifica ed ecosostenibile. Tali ricerche ed indagini alle volte hanno portato la “scrittrice dei Popoli Indigeni” a rischiare la vita, perchè i territori di queste antiche comunità, non tutelati volontariamente da leggi e diritti di proprietà, sono ricchi, ricchissimi di risorse: diamanti, legname, bauxite, petrolio, e così via. E chi approfitta di queste risorse, spesso con la violenza, non si fa certo scrupolo di una donna sola, straniera, pur di proteggere l’accesso a enormi quantità di denaro, che spesso fluiscono verso la “madre Europa”, terra dove il colonialismo ha avuto origine. Perciò, non c’è da stupirsi che i suoi libri siano seguitissimi da una nutrita schiera di appassionati, ma ignorati spesso dai media. Raffaella Milandri non si dedica solo alla scrittura di libri, ma anche a conferenze sui diritti umani dove mostra filmati dove gli esponenti di vari popoli confessano i soprusi subiti. “Mi hanno chiesto diverse volte di mostrare i miei filmati in tv, ma mi sono sempre rifiutata. L’unica condizione poteva essere che avessero i volti oscurati, per proteggerli da eventuali –e probabili- ritorsioni. Molto spesso esistono tacite connivenze tra governi, multinazionali e ONG stesse, e a nessuno di essi fa gioco che si pubblicizzino trattamenti incuranti dei diritti umani. Ho dovuto ascoltare racconti di torture, di violenze, con la grande responsabilità di divulgarli ma proteggendo i testimoni. Per il resto, quando si parla di Popoli Indigeni, troppo spesso se ne parla solo mettendo in risalto le loro usanze “diverse”, abitudini alimentari che molti definirebbero “stravaganti”, costumi pittoreschi, danze folkloristiche e così via. I tempi del Wild West Show di Buffalo Bill non sono ancora finiti. E’ una vergogna importare gruppi di Pigmei per farli esibire e poi rispedirli a casa dove non sono nemmeno considerati uomini. E’ una vergogna che i Nativi Americani siano stati importati in Europa nell’Ottocento per mostrarli come fenomeni da baraccone, e che in molti casi questa tradizione continui, senza mai parlare della realtà nelle riserve indiane, che rimane sconosciuta ai più”. Il suo ultimo libro, “Liberi di non comprare” è incentrato sulla decadenza della civiltà del consumismo con tutte le sue piaghe;  dice il Prof. Barbagallo, che ha dedicato un contributo all’interno del libro: “ribalta i luoghi comuni sui rapporti tra paesi avanzati e Popoli Indigeni”.
Raffaella Milandri con due partecipanti al contest di danza della Crow Fair 2018

Nessun commento: